Più poteri al territorio e ambiente tutelato
2013. 2014. Bonus carburante.
Il resto si discuta, senza pregiudizi e con coerenza.
Solo per non farvi mancare la mia posizione sul sostegno a tutti gli enti locali, in primis Potenza, ai servizi e ai diritti di cittadinanza.
Ogni documento, ogni atto approvato, ogni posizione è riferita alle risorse del bonus carburante 2013/2014, anni dai quali è stato abolito con legge dello stato.
Su archivio.pierolacorazza.it è possibile verificare e leggere le carte.
Sulle risorse del bonus carburante del 2012 per la terza volta pubblico una parte della dichiarazione fatta un pò di tempo fa e allego un articolo pubblicato su Il Quotodiano della Basilicata.
‘…Vincenzo Taddei e Guido Viceconte, i principali protagonisti della card carburante (ai quali voglio riconoscere il merito che con il Governo Berlusconi hanno portato un 3% in più di royalties in Basilicata) aprono alla possibilità di impegnare le risorse del 2012 per garantire servizi per comuni e province, in primis per la città di Potenza? Anche perché per accettare eventualità responsabilità, sottolineo eventuali responsabilità (si aprirebbe un capitolo molto complesso) ci vorrà molto tempo e nel frattempo se si commissaria la città saremo di fronte, oggi, non tra un secolo, ad forte impatto sociale.
Oltre a superare non pochi scogli tecnici, su cui è necessario che si studi e si approfondisca, per quanto mi riguarda sono pronto a discutere, se impegnarle tutte le risorse o utilizzarle parzialmente, anche perché non da adesso ma da sempre e, soprattutto in campagna elettorale, chiedendo il voto di preferenza, ho giudicato iniqua la card carburante…’
Siamo alla terza puntata, ancora oggi @lanuovadelsud mi dedica attenzione.
C’è un buon passo avanti: si passa, ancora una volta con argomentazioni risibili, a contestare la mia posizione e non attaccarmi sul piano personale. Bene. O meglio benino. O ancora meglio, non male.
Devo anche dire che sono un pò fortunato poiché per argomentare le sue posizione La Nuova Basilicata utilizza i titoli degli altri giornali facendo un FLOP sia sul piano del metodo che del merito.
1) La fortuna ha voluto che nello stesso giorno in cui La Nuova Basilicata pensa di utilizzare gli altri giornali contro di me su Il Quotidiano della Basilicata Vincenzo Taddei, in un articolo a firma di Maria Teresa Labanca (leggi http://www.ilquotidianodellabasilicata.it/news/politica/738741/La-realpolitik-di-Taddei–.html ), dichiara con molta semplicità e chiarezza la vicenda del Bonus Carburante del 2012. Trovate l’articolo in allegato.
2) La Nuova Basilicata pubblica un titolo de Il Quotidiano: ‘Soccorso si, ma per tutti i comuni, royalties per i territori oppure la via della conversione del decreto Enti Locali’.
Il titolo è giusto, mi sono battuto da mesi su questa posizione. E vado avanti, bisogna andare avanti su questa scelta visto che c’è una risoluzione del Consiglio Regionale approvata il 14 aprile del 2015 riferita al preliminare di accordo per le annualità 2013/2014.
3) La Nuova Basilicata riporta qualche rigo sempre de Il Quotidiano, ripreso dal documento approvato dal Centrosinistra che fa riferimento al 2013/2014. Mi fermo al virgolettato: ‘La trattativa con il Mise – dicono ancora dal centrosinistra – va aperta al contributo di tutte le forze politiche, oltre i confini della maggioranza’. Non vado avanti poiché il resto non è virgolettato e rientra nella questione delle fonti da cui si attingono le informazioni o che stimolano la informazione. Il virgolettato rende chiarezza della mia posizione: la maggioranza approva un documento del 2013/2014 e non chiude al confronto con altre forza politiche, a partire dal NCD, i cui esponenti sono Taddei e Viceconte. Ci ritorno alla fine.
4) La Nuova Basilicata riporta anche un articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno in cui si dice che il sostegno agli enti locali arriverà dalle risorse del bonus benzina del 2012.
Anche in questo caso il tema attiene alle fonti non a mie dichiarazione, non ad atti o documenti approvati.
Vi chiedo di leggere (archivio.pierolacorazza.it), con semplicità e senza polemica, i tre documenti che da giorni pubblico: fanno tutti riferimento al 2013/2014. Tutti.
Un’ultima chicca per dimostrare quanto sia vera questa affermazione.
Seguitimi un attimo, a proposito di fonti.
La Nuova Basilicata per montare il castello di accuse (quelle della carta stampata utilizzante strumentalmente sono state già smontate nei quattro punti precedenti) fa il definitivo e tombale autogol.
Scrive La Nuova: ‘Edizione delle 14 del Tgr Basilicata (che tutti i lucani possono andare a rivedere accendendo all’archivio internet del telegiornale lucano del servizio pubblico). … … ‘
Adesso viene il bello, leggete con attenzione, con molta attenzione:
… LA RIUNIONE DI MAGGIORANZA È FINITA DA POCHI MINUTI ma ecco a voi il virgolettato esatto del servizio di apertura firmato da … … … … … : sono i fondi della card carburante del 2012 l’ipotetica soluzione per salvare il comune di Potenza…’
La Nuova ancora con un ‘Non vi basta?’, per dire più prove di così!
AUTOGOL
Ma se la riunione era finita da pochi minuti, quindi, c’è stata una FONTE che ha dato la notizia. Infatti il documento del Centrosinsitra che parla del 2013 2014 è stato diranato dopo il TGR.
Quindi la notizia non era basata sul documento del Centrosinsitra ma su una fonte che o in buona o in male fede ha dato una notizia sbagliata. P
Basta ammetterlo, chiedere scusa soprattutto per i titoli ingiuriosi contro la mia persona. E andare avanti.
Infine, non mi sottraggo alla questione politica.
In uno dei post di questi ultimi giorni, anche se rilanciato con una ironia scomposta da La Nuova Basilicata, ho scritto a proposito delle risorse del 2012:
‘…Vincenzo Taddei e Guido Viceconte, i principali protagonisti della card carburante (ai quali voglio riconoscere il merito che con il Governo Berlusconi hanno portato un 3% in più di royalties in Basilicata) aprono alla possibilità di impegnare le risorse del 2012 per garantire servizi per comuni e province, in primis per la città di Potenza? Anche perché per accettare eventualità responsabilità, sottolineo eventuali responsabilità (si aprirebbe un capitolo molto complesso) ci vorrà molto tempo e nel frattempo se si commissaria la città saremo di fronte, oggi, non tra un secolo, ad forte impatto sociale.
Oltre a superare non pochi scogli tecnici, su cui è necessario che si studi e si approfondisca, per quanto mi riguarda sono pronto a discutere, se impegnarle tutte le risorse o utilizzarle parzialmente, anche perché non da adesso ma da sempre e, soprattutto in campagna elettorale, chiedendo il voto di preferenza, ho giudicato iniqua la card carburante…’
Le grandi inesattezze de La Nuova Basilicata e il rischio di credibilità dell’informazione. E mi fermo qui. E mi chiedo: perché?
Leggete cosa scrive La Nuova di oggi:
‘… 130 milioni di euro, può farsene una ragione (riferito al sottoscritto), sono già impegnati. Tra social card, incentivi a favore del sistema produttivo ed altro. Tutto frutto dell’intesa Regione – Mise e che dunque saranno dirottati su altro…’
Bugia.
Il Consiglio Regionale del 14 aprile, come da documento allegato, ha discusso, non su una INTESA come afferma LA NUOVA ma su PRELIMINARE DI ACCORDO, quindi suscettibile di cambiamenti, altrimenti la discussione in Consiglio e la risoluzione approvata e allegata sarebbe stata una presa in giro. VEDERE IL FRONTESPIZIO… PER CREDERE. ( preliminare di accordo Mise e Regione-Basilicata http://archivio.pierolacorazza.it/wp-content/uploads/2015/07/Risoluzione-social-card-approvata_Consiglio-regionale-del-14-aprile-2015.pdf )
Scrive ancora La Nuova:
‘…. Dove invece l’unica soluzione in esame riguarda i 93 milioni di euro del 2012 che, secondo l’accordo siglato tra Viale Verrastro e ministero dello Sviluppo Economico dovranno essere erogati entro fine anno, proprio come quelli del 2011, sempre nella card benzina come l’abbiamo conosciuto finora…’
ADESSO VIENE IL BELLO.
‘… di questo si è discusso nel corso della riunione di maggioranza dal Presidente Pittella ad inizio settimana.
Lacorazza deve essersi distratto…’
ALLORA facciamo chiarezza su questo punto.
1. Non era una riunione aperta alla stampa, quindi la mia eventuale distrazione sarebbe stata riferita. Ma è giusto che ci siano le fonti che colano notizie!
2. Le fonti che colano notizie non sono attendibili. Come può essere così distante la notizia colata dalla fonte rispetto al documento approvato dalla maggioranza?
Si legga il documento che per l’ennesima volta allego ( eccolo il documento a sostegno degli EE.LL http://archivio.pierolacorazza.it/wp-content/uploads/2015/07/Documento-a-sostegno-degli-EE.LL-con-i-fondi-ex-bonus-carburanti.pdf ) e si scoprirà che MAI e poi MAI si fa riferimento al 2012. Anzi come avrete modo di leggere la maggioranza di Centrosinsitra rilancia la risoluzione approvata dal Consiglio Regionale (allego la Risoluzione social card http://archivio.pierolacorazza.it/wp-content/uploads/2015/07/Risoluzione-social-card-approvata_Consiglio-regionale-del-14-aprile-2015.pdf ) che fa riferimento al preliminare di accordo tra regione e Mise, quindi, udite udite, al 2013 e 2014.
Le carte potete leggerle.
Ci possono essere posizioni diverse e gli organi di informazione devono, in autonomia e libertà, dire la loro, essere cani da guardia.
Ma c’è modo e modo di fare informazione.
E io non mi intimidisco, non mi arrendo.
Ma mi chiedo: perché tutto questo?
…e come ho scritto ieri ‘La Nuova Basilicata cambia verso, ma perde il senso della notizia…’ https://www.facebook.com/piero.lacorazzab/posts/855735171170969:0
Basilicata cambia verso, ma perde il senso della notizia oppure con Clemenza Macchia il senso della informazione.
Nel verso del cambiamento diamo senso a verità e lealtà nel rapporto con i cittadini e con lettori, anche perché se ci si lamenta che non si legge ci sarà una motivazione. In Basilicata c’è n’è più di una.
Non c’è una mia posizione e un documento che parli dei fondi del bonus carburanti del 2012. Allegati:
- Intesa Mise e Regione-Basilicata http://archivio.pierolacorazza.it/…/Intesa-Mise-e-Regione-Basili…
- Risoluzione social card http://archivio.pierolacorazza.it/…/Risoluzione-social-card-appr…
- Documento a sostegno degli EE.LL http://archivio.pierolacorazza.it/…/Documento-a-sostegno-degli-E…
L’accordo preliminare fa riferimento al 2013/2014, la risoluzione fa riferimento al 2013/2014, il documento fa riferimento al 2013/2014. Basta leggere.
Aggiungo che in più di qualche riunione, compresa quella della maggioranza, ho ribadito che su alcune misure relative in particolare allo sviluppo è necessario approfondire poiché queste risorse potrebbero essere sovrapponibili ai fondi comunitari. Quindi liberarle, in parte per costruire politiche per gli enti locali, a partire dal finanziamento del fondo di coesione per i 47 Comuni con popolazione sotto i 2500 abitanti. Ma, come più volte ho detto, c’è anche altro sugli enti locali. Mi rendo anche conto che la scelta, come in tutte le sedi ho sottolineato, va agganciata a parametri e priorità (si leggano le mie posizioni da tempo sostenute) per evitare un effetto di ‘dipendenza’ e di inefficienza.
Sempre per il senso di una clemente notizia, non macchiata, sono stato tra coloro che hanno sostenuto e sostengono la proposta Bubbico per portare il riequilibrio da 3 a 5 anni per i Comuni in dissesto. Ad oggi il decreto enti locali deve essere convertito in legge quindi il Parlamento può introdurre questa norma.
Questo, anche se si cambia verso, è il senso della notizia non macchiata.
Infine si è omesso di dire per giorni che il bonus carburanti, che capisco in un momento di crisi aumenta il consumo di benzina e può far felice anche qualche stazione di servizio, non c’è più perché una legge dello Stato, la cosiddetta sbloccaitalia, ne ha decretato la tumulazione.
Non sfuggo alla domanda, #staiserenanuova .
Vincenzo Taddei e Guido Viceconte, i principali protagonisti deel bonus carburanti (ai quali voglio riconoscere il merito di aver portato, con il Governo Berlusconi, un 3% in più di royalties in Basilicata) aprono alla possibilità di impegnare le risorse del 2012 per garantire servizi per Comuni e Province, in primis per la città di Potenza?
Anche perché per accertare eventuali responsabilità (sottolineo eventuali, qui si aprirebbe un capitolo molto complesso) ci vorrà molto tempo, ma nel frattempo si corre il rischio di commissariare la città e mettere di fronte oggi, non tra un secolo, la comunità potentina ad forte impatto sociale.
Quindi, ricapitolando: nelle posizioni assunte e nei documenti discussi e approvati si parla del 2013-2014, si ripropone la norma in sede di conversione in legge del decreto enti locali per i bilancio assestato da 3 a 5 anni.
Sul 2012 non sono pochi gli scogli tecnici che dovranno essere superati per un eventuale utilizzo di queste risorse in forme diverse dal bonus carburanti, che ribadisco sarà l’ultimo poiché abolito dalla cosiddetta legge Sbloccaitalia.
E per chiarezza se dovessero saltare le prime ipotesi di soluzione sono pronto a discutere, se si dovessero superare i problemi tecnici amministrativi nei competenti Ministeri, se impegnare tutte le risorse o utilizzarle parzialmente, anche perché non da ora ma da sempre e, soprattutto in campagna elettorale, chiedendo il voto di preferenza, ho giudicato iniqua e discriminante la card carburanti.
Non c’è furbizia cara Nuova Basilicata, a meno che, per mutuare il titolo di un bellissimo libro di una mia illustre concittadina, a cui sono molto legato ancora oggi,
“Il vento portava le voci”.
Ormai tutti fanno il verso. Ma senza senso.
Non è così. Lo scippo della card benzina, si toglie il bonus carburante per pagare i debiti, per salvare la città di Potenza. Non è così.
La proposta è il ragionamento sono un po più complessi.
Perdere qualche minuto e leggere i documenti aiuta a capire.
Parlo per me. Io in campagna elettorale ho parlato di un’ingiustizia nel definire sulla base del possesso della patente il diritto a percepire il bonus benzina. Non aggiungo altro.
Questa riflessione va avanti da tempo. Il 14 aprile è approdata in Consiglio Regionale. Quindi, due mesi e mezzo fa, si è discusso in maniera aperta e trasparente, non in una stanza segreta o con tweet e post sui social. Il Consiglio Regionale ha approvato una risoluzione che allego. >>> Risoluzione social card approvata_Consiglio regionale del 14 aprile 2015 <<<
In questo contesto ci sono politiche per il sociale, per lo sviluppo, si vuole rafforzare una scelta a favore degli enti locali: rifinanziare il fondo di coesione per i comuni sotto i 2500 abitanti, considerare quelli sopra i 2500 che hanno sevizi statali e sovracomunali e infine ragionare intorno alle città di Potenza e Matera. Si considera anche lo sviluppo l’approdo definitivo della riforma delle province, un pasticcio senza precedenti di cui penso tutto si può dire tranne che ci siano responsabilità locali.
Si devono definire parametri e priorità e non finanziare dissesti. È necessario sostenere servizi e garantire diritti di cittadinanza.
E in questo contesto che, senza nascondermi, penso sia necessario evitare ulteriori fallimenti di alcuni comuni, tra cui la città di Potenza. Poiché alla fine, anche con un commissario, a pagare saranno i cittadini, quelli più in difficoltà, i commercianti e ceti produttivi già immersi in una crisi senza precedenti. O, comunque, la regione dovrà intervenire. Si dice: paghi chi ha responsabilità. Il dibattito è aperto. Gli organi preposti verificheranno. Ci vorrà tempo.
Ma certo sarà difficile chiamare a responsabilità un Governo e un Parlamento che hanno introdotto l’IMU agricola e che hanno tagliato dell’oltre il 50% i trasferimenti ai comuni. Ci vorrà tempo per capire ed eventualmente definire e accertare eventuali responsabilità ma la risposta si deve dare oggi.
Infine mi si lasci sottolineare un aspetto: le persone con disabilità e non autosufficienti, discriminate dai bonus carburante, sono sostenute con la risoluzione approvata dal Consiglio Regionale il 14 aprile 2015.
>>> Intesa Mise e Regione Basilicata risorse derivanti dal fondo 3 per centodelle royalties <<<
>>> Documento a sostegno degli EE.LL con i fondi ex bonus carburanti <<<
Diamo un senso al verso.
Dalle risorse naturali (petrolio e acqua) una nuova e diversa stagione tra Governo e Regioni.
Con la decisone di impugnare il decreto del Mise di attuazione dell’art. 38 dello Sbloccaitalia dinnanzi al Tar del Lazio e, per valutare se vengono lese le prerogative costituzionali riservate alle Regioni, di promuovere contestualmente conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, si ribadiscono con chiarezza i 3 paletti che abbiamo fissato:
1 – nessuno titolo concessorio può essere rilasciato prima della redazione del Piano delle aree previsto dall’art. 38, coma 1 bis, della legge Sblocca Italia;
2 – il Governo può procedere alla approvazione del Piano solo in caso di inerzia e non di diniego da parte delle Regioni interessate;
3 – l’intesa che le Regioni devono rilasciare sul singolo titolo deve avere natura politica e non amministrativa.
Aggiungo che se in base alla Costituzione vigente (cioè con le attuali prerogative delle Regioni) dovessero permanere le contraddizioni dell’art 38 da più parti indicate, queste saranno chiarite dalla Corte Costituzionale, organo supremo davanti al quale pende il giudizio.
Ma al di là di questa importante decisione e dell’ambito giurisdizionale nel quale si chiarirà il contenzioso, restano alcuni nodi istituzionali e politici. Con la sottrazione delle procedure Via e Vas alle Regioni, siamo in presenza di un tentativo di centralizzare le decisioni. Lo stesso che ritorna anche con la riforma del Titolo V della Costituzione, che dal mio punto di vista deve essere corretta sia per evitare di avere un Senato di nominati e non elettivo ma anche per definire un rapporto diverso tra lo Stato che,auspico meno centralista, e le Regioni che devono essere più efficienti e meno costose per i cittadini e per le imprese. Ci vuole un diverso ed equilibrato rapporto tra centro e territorio, autonomie locali incluse.
Sulla vicenda delle risorse naturali anche sul piano politico c’è la necessità di arrivare ad un approdo definivo, tanto sul petrolio (anche se un avanzamento ‘economico’ è contenuto nello sbloccaitalia con la norma sull’Ires) che sulle risorse idriche. Sul tema acqua, anche a seguito delle recenti elezioni regionali, è necessario riaprire la discussione con la Puglia e con lo Stato.
In questo contesto, sempre nella riunione di ieri del Consiglio regionale, si è deciso di rinviare l’approvazione dei bilanci Arpab per un ulteriore approfondimento. Con il Presidente Pittella, l’assessore Berlinguer e la intera maggioranza si è deciso di fare ogni utile valutazione sul piano tecnico. Ma sul piano politico si è convenuto di sostenere investimenti in tecnologie e in risorse umane, approvare la riforma dell’Arpab che trasformi questo ente in un snodo fondamentale delle politiche di protezione ambientale, di essere motore di innovazione, campo di autonomia e di efficienza, di ricerca e di alto valore scientifico.
Una rete che, per guardare con forza all’ambiente e alla salute dei cittadini, si integri con l’aggiornamento del registro tumori al 2011 (accelerando l’aggiornamento al 2013), il rafforzamento, con il contributo scientifico del Cnr, dell’osservatorio Ambientale trasformato in Fondazione, il contributo dell’Università in una rete nazionale e internazionale di valore scientifico, l’investimento nel campo della medicina ambientale.
Insomma, da una parte più poteri ai territori o comunque un migliore equilibrio tra Stato, Regioni ed Enti locali e dall’altra un’importante rete di protezione dell’ambiente e della salute.
“Con i fondi ex bonus carburanti sostenere gli enti locali”
I capigruppo del centro sinistra (Cifarelli, Bradascio, Galante, Benedetto, Pietrantuono) ribadiscono la proposta di utilizzare parte delle risorse del petrolio per i piccoli Comuni, le Città che erogano servizi statali e sovracomunali e le Province
(ACR) - “Piena condivisione della necessità di sostenere con forza la risoluzione approvata dal Consiglio regionale il 14 aprile 2015, con la quale si è stabilito di utilizzare una parte delle risorse rivenienti dall’ex bonus carburanti per strutturare una politica a sostegno degli enti locali, dei servizi e dei diritti di cittadinanza, della viabilità, utilizzando anche una quota di Ires e di fondi strutturali”: la esprimono, in una nota congiunta, i capigruppo della maggioranza di centrosinistra (Roberto Cifarelli del Pd, Luigi Bradascio del gruppo Pittella Presidente, Paolo Galante di Realtà Italia, Nicola Benedetto del Centro Democratico e Francesco Pietrantuono del Psi) che oggi – informa una nota – si sono riuniti alla presenza del presidente Marcello Pittella.
“Occorre sostenere i piccoli Comuni – si legge ancora nella nota – attraverso il fondo di coesione, e le Città che erogano servizi statali e sovracomunali, definendo parametri e priorità che possano dare certezza a tutti. In questo contesto assumono un valore strategico le due Città capoluogo, come ulteriore elemento unitario della Regione, tanto per la prospettiva di Matera capitale Europea della Cultura nel 2019 quanto per l’emergenza finanziaria di Potenza. Occorre, inoltre, assicurare il necessario sostegno al personale delle Province e accompagnare il progetto di riforma di questi Enti”.
A parere dei capigruppo del centro sinistra “la discussione e l’eventuale approvazione, in prima lettura, del nuovo Statuto della Regione, prevista per il 15 luglio, fornisce l’indispensabile cornice di riferimento per una tenuta unitaria del sistema istituzionale regionale, che si traduce nella strategica funzione del Consiglio delle Autonomie e del Piano Strategico, ma anche nelle definizione di costi, fabbisogni standard e perequazioni che sostengano i principali diritti di cittadinanza: salute, istruzione, mobilità”.
“La tenuta del sistema delle autonomie locali – è scritto ancora nella nota -, duramente colpite in questi anni di difficoltà, va coniugata con un utilizzo efficiente ed efficace delle risorse pubbliche. Il confronto su questi temi deve essere aperto al contributo di tutte le forze politiche, oltre i confini della maggioranza, per raggiungere un risultato a vantaggio del territorio regionale e sostenere il Presidente Pittella in una non scontata trattativa con il Governo nazionale e con i Ministeri competenti”.
I capigruppo del centro sinistra chiedono infine “ai parlamentari lucani di lavorare affinché, in sede di conversione in legge del decreto enti locali, possa essere inserita la cosiddetta norma ‘spalmadebiti’, per consentire agli enti locali in dissesto di poter rientrare dai propri debiti, senza costi per il bilancio dello Stato, in 5 anni e non in 2”.
Salva Potenza e non solo. Diamo senso al verso.
Dopo lo sbloccaitalia, la legge letterale, gli immigrati, la scuola vedrete che l’altro elemento di frattura tra il Governo Renzi e la società saranno gli enti locali (comuni e pasticcio delle province). Facili profeti? No. Un po di carte le leggiamo, un po di analisi le facciamo ma purtroppo ci si arriva tardi perché tutto viene buttato in politica, o meglio nei posizionamenti e nel politicismo.
Ma tutto arriva.
Il PD è chiamato ad essere motore del cambiamento, è questo il verso. Il tema è dare senso al verso.
Il PD di Basilicata è chiamato a compiere la stessa funzione. Diamo senso al verso del cambiamento.
Nelle prossime ore siamo chiamati ad un sussulto di responsabilità e di concretezza.
Il 15 luglio il Consiglio Regionale è convocato per discutere ed approvare in prima lettura lo Statuto Regionale; una cornice fondamentale per la tenuta unitaria del nostro territorio.
Ma c’è bisogno che parallelamente vi sia una politica per le autonomie locali, una strategia vera accompagnata da risorse finanziarie.
È qui vedo la mancanza della politica, l’assenza di un senso al verso.
Il dibattito oscilla tra le risorse per ‘salvare’ Potenza o un fondo indistinto a tutti i comuni, oppure tra il non darne proprio o darle dopo un eventuale voto. Ma la cosa più simpatica è rappresentata da coloro che festeggiano se Potenza affonda.
E i cittadini, i servizi, i diritti?
Certo ci sono anche responsabilità, quelle politiche, con il voto, sono state determinate: ha vinto De Luca seppur con una maggioranza di centrosinistra. Anche la scelta del dissesto non è stata al centro di una riflessione politica vera e chiara.
Si discuterà. Adesso cosa provare a fare?
Un po’ di cose nei giorni le abbiamo dette e le ha approvate il Consiglio Regionale: da una parte è necessario creare un fondo, alimentato da una parte delle risorse dell’ex card carburante, per tutti i comuni con parametri e priorità per province e comuni in difficoltà, in primis Potenza e dall’altra operare per la modifica, in sede di conversione in legge, del decreto enti locali affinché RITORNI la norma cosiddetta spalmadebiti.
Innanzitutto la città, poi ognuno farà le sue scelte.
Ne discuteremo lunedì mattina in maggioranza con il Presidente Pittella e forse, nel pomeriggio, nell’attivo degli iscritti PD che, per la verità arriva tardi, e quindi non so cosa sarà possibile decidere e fare.
L’Italia che vogliamo. Il Pd che vogliamo. Non c’è un “cambiare verso” senza senso.
Sabato ci sarò. Parteciperò all’iniziativa promossa da Roberto Speranza. Ci sarò perché non mi convince, in questa fase, la linea politica e alcune scelte di governo di Matteo Renzi. Ci sarò perché non mi convincono le posizioni di Pippo Civati e Stefano Fassina che hanno lasciato il Pd, mentre Landini costruisce la colazione sociale e vuole rompere l’unita sindacale. Ci sarò per curiosità e per amicizia. Ci sarò, non guasta, anche perché Roberto Speranza è lucano.
C’è un cammino da fare, c’è uno spazio politico da rappresentare, c’è da ricostruire l’idea di una sinistra di governo che sia capace di superare schemi e impostazioni del passato e di stare dentro la modernità, di prevederla per indirizzarla secondo i valori della solidarietà, delle opportunità per tutti, della giustizia e della mobilità sociale.
Una sinistra di governo deve innanzitutto dialogare per dare cittadinanza ai diritti ma anche creare opportunità per persone e ceti produttivi senza i quali il Paese non cambia e non riparte.
Trovare politiche per chi soffre, per il lavoro ma insieme al mondo delle piccole imprese e delle partite IVA. Trovare un equilibrio tra diritti e una nuova politica industriale, tra welfare e competitività; tra crescita e ambiente, come lo stesso Papa Francesco con forza pone al mondo, dei credenti e non credenti. È così via.
E per farlo occorre abbandonare ideologismi e strumentalismi, cosa che purtroppo stiamo registrando in queste ore anche sul tema scuola. Renzi sbaglia a pensare che la buona scuola prescinda da un progetto educativo, concentrandosi prevalentemente su poteri, gerarchia, modello organizzativo e stabilizzazioni, peraltro imposte dalla Corte Europea di Giustizia e che non tengono conto dell’accumulazione di precariato che, tra vizi e virtù, è stata alimentata alimentata proprio dallo Stato.
Cosa significa progetto educativo? I bambini di 5/10 anni fa non sono quelli di oggi. Cosa quasi banale, ma fondamentale da considerare poiché, se si perde il valore universale della cultura e del progetto educativo unitario e nazionale, si corre il rischio di una forte differenziazione dell’offerta formativa e di intaccare così uno dei principali diritti di cittadinanza: l’istruzione. E del resto questa affermazione trova conferma nella proposta iniziale di riforma, parzialmente addolcita, nella quale si decentravano i poteri, accentrandoli ai presidi. Detto questo, anche chi si oppone alla buona scuola di Renzi utilizza alcuni argomenti che non mi convincono, parole d’ordine che usavo quando capeggiavo le manifestazioni studentesche: la buona scuola è la privatizzazione di un diritto, la scuola azienda, il governo vuole controllare dirigenti, docenti e studenti…
Dal punto di vista politico la scuola, come è già avvenuto per il jobs act, è oggi soprattutto il paradigma della contrapposizione interna al Pd: per Renzi significa spostare l’asse delle politiche di governo verso quello che avrebbe voluto chiamare “Partito della Nazione”, per la sinistra è l’ennesima linea di “resistenza al fronte”. E così appare in tutta evidenza anche il danno del porcellum e dell’italicum, che (entrambi, chi più chi meno) affidano alle correnti e ai loro capi la selezione della classe dirigenti, i posti in Parlamento.
In realtà lo spazio politico ‘non renziano’, nel Pd e nella società italiana, è molto più grande di quello imbrigliato nella strumentalità delle correnti. E credo che sia ancora possibile uno sforzo per evitare eccessive frammentazioni e divisioni che non aiutano a dare forza ad una posizione politica probabilmente maggioritaria, ma poco credibile perché molto frammentata. Maggioritaria nella società (basta leggere i sondaggi di tutti gli istituti demoscopici) ma anche, credo, nel Pd.
Del resto la guida di molte Regioni non è collocata sull’asse politico del Partito della Nazione. I presidenti di Calabria, Puglia e Lazio mi sembrano molto lontani da questa impostazione, De Luca non è proprio un renziano ortodosso, si dichiarano di sinistra i presidenti della Toscana e dell’Umbria Enrico Rossi e Catiuscia Marini. Potrei indugiare aggiungendo altri particolari sui Presidenti delle altre Regioni, Pittella compreso.
Potrei soffermarmi sulla disponibilità di tanti amministratori che non sopportano l’assenza di politiche per gli enti locali e il rigurgito centralista contenuto anche nella riforma del titolo V della Costituzione. È così via…
Ma preferisco rimanere al problema, che è il seguente: è necessario un progetto politico profondo, largo, unitario, innovativo e radicato sul territorio. Una sinistra “di governo” capace di pensare e fare politiche, con l’idea che non c’è una direzione di marcia senza significato da intraprendere comunque (dove si va e perché), non c’è un “cambiare verso” senza senso.
15 aprile 2015
Ai distratti, ai demagoghi, a quelli che in buona fede invocavano il verso ma perdono il senso. È un post del 15 aprile 2015 (due mesi e mezzo fa) che esprime una posizione a seguito del dibattito svolto in Consiglio Regionale, un dibattito che si concluse con l’approvazione di una risoluzione.

A proposito di Card Carburante. Più sviluppo e inclusione sociale. Una sguardo ai comuni e investimenti in efficienza energetica. Il confronto è aperto.
Ventisei milioni di euro per la social card, 35 milioni di euro per Incentivi in favore del sistema produttivo lucano e 69 milioni di euro per interventi di risparmio energetico, sostegno al reddito, Fondo per Comuni e Province per ampliamento servizi offerti e assunzioni beneficiari presso cooperative, Fondo per l’occupazione stabile sul territorio regionale, Fondo per i progetti di utilità sociale.
Si tratta di un “accordo preliminare”, ma è questa la base di discussione fra Regione e Ministero dello Sviluppo economico per l’utilizzo dei fondi dell’ex bonus carburanti.
Il Consiglio Regionale ha avuto il merito di rendere aperta la discussione; adesso tocca a tutti i rappresentati istituzionali, ai partiti, alle forze sociali ed economiche dire la propria.
Ieri in Consiglio regionale abbiamo approvato una risoluzione cha va in questa direzione; una risoluzione che apre e non chiude il dibattito.
Tre le cose che sono emerse vi la necessità di sostenere meglio lo sviluppo e il sistema sociale.
Tra le cose dette mi preme sottolineare due scelte, che sono essenziali per rispondere alla crisi: quella dei fondi a Comuni e Province, che sono sempre di più l’anello debole della spending review, su cui si scaricano tutti i tagli con l’evidente caduta degli standard dei servizi pubblici per i cittadini; e quella dei fondi per l’efficienza energetica, che deve costituire (c’è stato il bando finanziato con 10 milioni di euro, ci sono le iniziative della società energetica con gli enti pubblici, ecc.) il volano per caratterizzare la scelta di sviluppo sostenibile in Basilicata. Una scelta che coinvolge i cittadini, la qualità della loro vita, l’efficienza energetica delle abitazioni private e degli edifici pubblici, la possibilità di risparmiare energia e di produrne di più da fonti rinnovabili. Tutte cose che a volte sembrano lontane e vaghe invocazioni, ma che invece sono necessità impellenti. Sulla quali una classe dirigente deve sapersi misurare, incentivando i comportamenti individuali che concorrono a migliorare la vita di tutti.
Come sapete tengo molto a questa traiettoria di sviluppo avendo da anni, a partire dalla presenza autorevole di Rifkin in una gremita aula magna dell’ Università, sostenuto l’idea di una intelligente ‘transizione energetica’.