da sinistra Antonio Graziadei, Piero Lacorazza, Fabio Laurino, Michele Lioi, Graziano Scavone
Nel corso dell’incontro con la stampa, il consigliere regionale ha anche presentato la piattaforma online e l’app per partecipare alle scelte politiche e programmatiche. Presenti il sindaco di Tito, Graziano Scavone e l’assessore Fabio Laurino
video https://www.facebook.com/piero.lacorazza/videos/1368549969850106/
web www.ri-scatto.it
Lanciata dal consigliere Lacorazza la piattaforma online e l’app per partecipare alle scelte politiche e programmatiche ‘ri-scatto’. “Un blog di discussione – ha specificato - aperto per raccogliere idee e proposte per costruire insieme ed in continuità, il futuro della Basilicata”.
“Ri-scatto” è la parola chiave, quindi, del sito web che si accompagna ad una applicazione per dispositivi android. Tutto questo è stato occasione di discussione nel corso della conferenza stampa trasmessa online.
“Basilicata 2019. Ndo’’ sta?” è la provocazione del consigliere regionale voluta come slogan e titolo dell’incontro, evidentemente per porre in risalto le tante criticità che caratterizzano questo momento storico della regione non solo dal punto di vista politico.
“Abbiamo avviato – ha detto Lacorazza – più percorsi: scuola, sanità, prossimamente imprese e lavoro, per decifrarne contorni e contenuti che ora avranno il sostegno della piattaforma online. Abbiamo, inoltre, ripreso un dossier sui vecchi temi della cultura, puntando decisamente a Matera 2019. Ecco, quindi, riscoperti ‘Basilicata 2019 Scaviamo il futuro’ e ‘Basilicata 2019 Parco culturale’, a cui aggiungiamo altre due nuove idee – progetto legate ad una Basilicata con un futuro senza barriere e in grado di muovere il futuro stesso. Quello a cui puntiamo è un repentino cambio di rotta che ponga fine al ‘bandificio’, dando concretezza finanziaria alle proposte messe in campo attraverso Accordi di programma”.
“La proposta di legge ‘Ecomusei. Case di Comunità’, quindi – ha specificato Lacorazza – vuole essere l’anello di congiunzione per tenere insieme proposte già avanzate e già patrimonio del Consiglio regionale. Il modello ecomuseale, come modello di riferimento, si afferma come possibile pratica di comunità all’interno della quale cittadini, operatori ed amministrazioni locali costruiscono percorsi di sviluppo fondati su un turismo sostenibile. Il modello ecomuseale – ha continuato – costituisce un modello di partecipazione dal basso che può contribuire alla formazione del sentimento di identità della popolazione, promuovendone le dinamiche sociali positive e migliorandone la qualità della vita, creando le condizioni ideali per un sistema culturale regionale che metta in rete valori territoriali, che possano trovare la loro sintesi nel luogo centrale della cultura lucana che per il 2019 è stata individuata in Matera, quale capitale europea della cultura. Per quanto concerne la governance del territorio in materia culturale, ambientale e paesaggistica – ha detto Lacorazza – i modelli utilizzati negli anni scorsi, a cui si ispira la proposta di legge sono: Il Po Fesr 2007 – 2013 Asse IV Valorizzazione dei beni culturali e naturali, che ha previsto l’attivazione di Pacchetti integrati di offerta turistica (Piot), l’approccio Leader del Psr 2007-2013, Programma operativo Val d’Agri – Melandro – Sauro – Camastra, il sistema di gestione della Rete Natura 2000. Per quanto riguarda le forme di gestione che verranno utilizzate nei prossimi anni, cui è possibile affiancare il modello proposto sono: le ‘Aree interne’ che prevedono l’attivazione di progetti di sviluppo locale focalizzati sui temi di particolare interesse, quali la tutela del territorio e delle comunità locali, la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile, l’incentivazione dei sistemi agro-alimentari, dell’artigianato e dello sviluppo locale e la promozione del risparmio energetico e delle filiere locali di energia rinnovabile, l’Approccio Leader, la valorizzazione degli ‘Attrattori culturali’ così come individuato dal MiBact in relazione ai Pon Cultura e Sviluppo – Fesr 2014-2020, i ‘Contratti di fiume’, la valorizzazione delle ‘Aree di attrazione naturale’. La pdl – ha aggiunto – vuole creare una rete locale di esperienze di cittadinanza attiva, per sensibilizzare alla lettura del valore del paesaggio le popolazioni che vi abitano e per innescare processi di cooperazione e scambio all’interno delle stesse comunità, con particolare attenzione al mondo della scuola ed alle esperienze di alternanza scuola – lavoro. Le finalità dell’ecomuseo vengono realizzate attraverso la realizzazione di Laboratori di cittadinanza attiva per la costruzione delle ‘Mappe di comunità’, la predisposizione di itinerari di visita e percorsi di fruizione e di valorizzazione turistica e culturale, il mantenimento di attività ed il recupero di antichi mestieri per l’avvio di botteghe – suola, la messa a disposizione delle scuole presenti sul territorio di spazi laboratoriali e la collaborazione nella realizzazione di percorsi ‘Alternanza Scuola-Lavoro’ di cui all’articolo 1, comma 33 – 34, Legge 13 luglio, n. 107, ‘Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti’ cosiddetta ‘Buona Scuola’. La pdl contempla, anche, il ‘Riconoscimento e la Gestione degli Ecomusei’ (Articolo 4), la ‘Denominazione e Marchio’ (articolo 5), la ‘Consulta regionale degli Ecomusei’ (articolo 6) che svolge azione di programmazione delle attività di promozione a livello regionale, nazionale ed internazionale e formula gli indirizzi sulle modalità di finanziamento agli Ecomusei. L’articolo 7 prende in esame ‘I Finanziamenti’: alla spesa di gestione derivante dalla gestione e dal funzionamento degli Ecomusei iscritti negli elenchi, si fa fronte con i fondi del bilancio regionale. Le spese per la realizzazione delle attività degli Ecomusei vengono coperte da fondi messi a disposizione dalla Regione Basilicata a valere sui Programmi Operativi comunitari Fesr/Fse/Feasr e Fsc”.
Antonio Graziadei ha esplicitato il concetto di “Ecomuseo”, facendo riferimento alla definizione dell’Ires, Istituito ricerche economiche e sociali, vale a dire al “Patto con il quale una comunità prende in carico un territorio. Un patto, dunque, tra la comunità e le sue varie componenti. Cura e gestione del paesaggio, gestione del territorio finalizzata ad una visione futura. E’ – ha rimarcato Graziadei – il rimettersi in discussione della comunità. Il termine ‘Ecomuseo’ indica letteralmente – ha specificato – una Istituzione che si occupa di studiare, tutelare e far conoscere la memoria collettiva globale di una comunità delimitata geograficamente ed il rapporto storico e attuale con le risorse ambientali del territorio. E’ un luogo di comunità avente la forma dei musei permanenti. Gli ecomusei contribuiscono alla cura del territorio, promuovendo ‘progetti di paesaggio’ in forma partecipata che prevede la partecipazione permanente delle comunità nei processi di individuazione, cura e governo del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico locale. I tratti distintivi dell’ecomuseo incorporano elementi geografici, paesaggistici ed ambientali, insieme con elementi del patrimonio culturale tangibile ed intangibile, come architettura, pratiche di lavoro, produzioni, lingua e tradizioni”.
Michele Lioi ha illustrato le peculiarità della proposta di legge che ha quale oggetto e finalità “la promozione del patrimonio culturale, sociale e ambientale locale, in una dimensione prevalentemente immateriale e con una attenzione ai possibili benefici per le popolazioni residenti ed alle ‘reti ecomuseali’ a livello nazionale, europeo e mondiale. Siamo in presenza – ha sostenuto – della rappresentazione di forme di partecipazione condivisa dal basso per il governo del territorio e a processi dinamici con i quali le comunità conservano, interpretano e gestiscono il proprio patrimonio in funzione dello sviluppo del territorio e della valorizzazione della cultura materiale ed immateriale. Le finalità specifiche prefissate sono: restauro, ripristino e valorizzazione di ambienti di vita e lavoro tradizionali, utili per recuperare e tramandare le testimonianze della cultura materiale e ricostruire le abitudini di vita e lavoro. Altri obiettivi fondamentali, la promozione ed il sostegno alle attività di documentazione, catalogazione, ricerca scientifica e didattico – educativa relative all’ambiente, alla storia ed alle tradizioni locali. Tutto questo, senza dimenticare, l’incentivo alla partecipazione diretta delle comunità, delle istituzioni culturali e scolastiche e delle associazioni nei processi di valorizzazione, promozione e fruizione attiva del patrimonio”.