Il consigliere regionale del Pd propone alla Giunta regionale di predisporre un Piano strategico per intercettare opportunità e finanziamenti previsti dal Governo con il Piano “Industria 4.0”
“Digitalizzazione dell’industria europea – Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale”, è il titolo di una comunicazione dell’Unione europea che prevede un pacchetto di misure volte a rafforzare l’industria e l’innovazione per il mercato unico digitale attraverso progetti che aiutino l’industria europea, le piccole e medie imprese, i ricercatori e le istituzioni pubbliche a trarre il massimo vantaggio dalle nuove tecnologie. In Italia non c’è ancora un programma organico in tal senso, ma è stato presentato di recente il Piano nazionale denominato “Industria 4.0”, che prevede lo stanziamento di 13 miliardi per “attivare investimenti innovativi con incentivi fiscali”.
Alla luce di queste iniziative il consigliere regionale del Pd Piero Lacorazza, dopo avere presentato nei giorni scorsi un’interrogazione sullo stato di attuazione degli impegni assunti dal presidente Pittella in merito al sostegno all’Università della Basilicata (per effetto di una mozione da lui proposta ed approvata dall’Aula il 4 agosto), ha presentato oggi in Aula una mozione con la quale si chiede al presidente della Giunta regionale “di presentare entro 90 giorni alle relative Commissioni consiliari, ed eventualmente di discuterne in una apposita seduta del Consiglio regionale, un Piano Strategico ‘Basilicata 2019, Lucani 4.0’ ed a valutare se tale piano, così come accaduto in altre Regioni, dovrà essere accompagnato da un’iniziativa legislativa che adegui, attualizzi ed innovi il contesto normativo che trasversalmente riguarda il comparto delle attività produttive”.
Potenza, 4 ottobre 2016
Al Presidente del Consiglio Regionale
SEDE
OGGETTO: Mozione “BASILICATA 2019, LUCANI 4.0”.
Il sottoscritto Piero LACORAZZA, consigliere regionale:
Considerato che tra le economie mondiali numerose sono le iniziative che hanno affrontato, a livello nazionale, la sfida della trasformazione digitale dell’industria;
Considerato che il 19 aprile 2016 la Commissione Europea ha presentato la Comunicazione “Digitalizzazione dell’industria europea – Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale”, un pacchetto di misure volte a rafforzare il pilastro dell’industria e dell’innovazione della strategia per il mercato unico digitale attraverso progetti che aiutino l’industria europea, le PMI, i ricercatori e le istituzioni pubbliche a trarre il massimo vantaggio dalle nuove tecnologie;
Considerato che la “Comunicazione sulla digitalizzazione dell’industria europea” è stata presentata insieme ad altre tre comunicazioni, rispettivamente, relative al cloud computing “Iniziativa europea per il cloud computing – Costruire un’economia competitiva dei dati e della conoscenza in Europa”, alla trasformazione digitale della pubblica amministrazione “Piano d’azione dell’UE per l’e-government 2016-2020 – Accelerare la trasformazione digitale della pubblica amministrazione” e sulla normazione delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni “Priorità per la normazione delle TIC”. Il pacchetto rientra fra le 16 iniziative previste dalla tabella di marcia per l’attuazione del mercato unico digitale e si prefigge di invertire il processo di deindustrializzazione dell’UE sfruttando le opportunità rappresentate dalle tecnologie digitali;
Considerato che l’Italia, a differenza dei Paesi che si sono già dotati di piani e programmi finalizzati espressamente ad individuare una strategia unitaria per affrontare la quarta rivoluzione industriale, non ha un programma organico in tal senso. Tuttavia sono state intraprese diverse iniziative in specifici ambiti interessati da “Industria 4.0” funzionali ad implementare gli obiettivi di aggiornamento tecnologico e superare alcuni dei gap che caratterizzano il nostro Paese;
Considerato che gli ambiti di rilievo, anche sulla base di quanto emerso nel corso dell’indagine conoscitiva, per i quali si ritiene opportuno fornire un approfondimento sono fondamentalmente tre: 1) la disciplina e gli elementi informativi nel settore della ricerca e dello sviluppo, con la descrizione di alcuni progetti sviluppati in Italia, 2) la disciplina e gli elementi informativi riguardanti le start-up innovative, 3) le strategie italiane e gli interventi normativi relativi alle infrastrutture di comunicazione;
Considerata l’indagine conoscitiva su “Industria 4.0”, deliberata dalla Commissione Attività produttive, commercio e turismo nella seduta del 2 febbraio 2016 ed approvata all’unanimità dalla X Commissione della Camera dei Deputati il 30 giugno 2016;
Considerato che il 21 settembre 2016 è stato presentato a Milano il Piano nazionale, battezzato “Industria 4.0”, dal nome del processo figlio della quarta rivoluzione industriale e seguendo analoghe iniziative avviate negli Stati Uniti, in Germania e in Francia, che porterà ad una produzione completamente automatizzata e interconnessa, partendo da uno stanziamento di 13 miliardi di risorse pubbliche, allo scopo di “attivare investimenti innovativi con incentivi fiscali”;
Considerato che detto investimento pubblico sarà spalmato nell’arco di otto anni (2017-2024), che vede un primo stanziamento di 0.9M€ già nella prossima legge di Stabilità 2017 per il rifinanziamento del Fondo Statale di Garanzia a fronte di un impegno da parte dei privati, quindi in questo caso delle banche, per 22 miliardi di euro;
Considerato che tra le direttrici strategiche d’intervento del Piano vi sono quelle di incentivare gli investimenti privati su tecnologie e beni I4.0, aumentare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione e rafforzare la finanza a supporto di I4.0, Venture capital e start-up;
Considerato che gli strumenti pubblici di supporto mirano a: garantire gli investimenti privati, supportare i grandi investimenti innovativi, rafforzare e innovare il presidio di mercati internazionali e supportare lo scambio salario-produttività attraverso la contrattazione decentrata aziendale, attraverso le seguenti misure già a partire dal 2017:
- proroga del superammortamento al 140%, già contenuto nella finanziaria 2016;
- introduzione di un iperammortamento al 250% per gli investimenti nell’industria 4.0;
- innalzamento del credito d’imposta dal 25% al 50% su spese in ricerca e sviluppo superiori alla media dell’ultimo triennio;
- detrazioni fiscali al 30% per investimenti in piccole/medie imprese innovative fino a un milione di euro;
Considerato inoltre che con il piano Industria 4.0 il Governo punta a mobilitare investimenti privati aggiuntivi per 24 miliardi di euro in quattro anni, di cui:
- 10 miliardi per incentivare gli investimenti privati su tecnologie e beni Industria 4.0;
- 11,3 miliardi per aumentare la spesa dei privati in ricerca, sviluppo e innovazione;
- 2,6 miliardi per potenziare la finanza a supporto di Industria 4.0, start-up e venture capital;
Tenuto conto che sul piano delle competenze e della formazione, il Piano vuole diffondere una cultura Industria 4.0 puntando ad una crescita degli studenti universitari di 200.000 unità, ad un raddoppio degli iscritti agli istituti tecnici superiori, a 1400 dottorati di ricerca e 3000 manager specializzati sui temi 4.0 attraverso:
- la Scuola Digitale e Alternanza Scuola Lavoro;
- i percorsi Universitari e Istituti Tecnici Superiori dedicati;
- il potenziamento dei Cluster e dei dottorati;
- la creazione Competence Center e Digital Innovation Hub;
Considerato che tali realtà, ponti tra imprese, ricerca e finanza, che dovranno interagire con i DIH europei, avranno il compito di:
- sensibilizzare le imprese sulle opportunità esistenti in ambito Industria 4.0;
- supportarle nelle attività di pianificazione degli investimenti innovativi;
- indirizzarle verso i c.d. Competence Center;
- facilitare l’accesso agli strumenti di finanziamento pubblico e privato;
- fare mentoring alle imprese;
Tenuto conto che a supporto alle suddette “direttrici chiave” del Piano nazionale Industria 4.0 vi sono le “direttrici di accompagnamento” (infrastrutture abilitanti e strumenti pubblici di supporto) rappresentate da:
- Banda Ultra Larga con l’obiettivo del 100% delle aziende coperte a 30 Mbps e almeno 50% delle aziende coperte a 100 Mbps, entro il 2020, tramite investimenti pubblici e privati;
- Riforma e rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia su copertura investimenti I4.0;
- Made in Italy;
- Forte investimento su catene digitali di vendita e incremento del supporto alle PMI (centri tecnologici, workshop, formazione);
- Contratti di Sviluppo;
- Negoziazione ed erogazione di finanziamenti personalizzati in base alle esigenze specifiche delle imprese con priorità su progetti I4.0;
- Scambio Salario-Produttività;
- Rafforzamento dello scambio salario produttività tramite incremento RAL e limite massimo somma agevolabile;
Considerato che i benefici attesi dal Piano Industria 4.0 sono i seguenti:
- Maggiore flessibilità attraverso la produzione di piccoli lotti ai costi della grande scala;
- Maggiore velocità dal prototipo alla produzione in serie attraverso tecnologie innovative;
- Maggiore produttività attraverso minori tempi di set-up, riduzione errori e fermi macchina;
- Migliore qualità e minori scarti mediante sensori che monitorano la produzione in tempo reale;
- Maggiore competitività del prodotto grazie a maggiori funzionalità derivanti dall’Internet delle cose;
Considerato quanto affermato dal Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, circa l’importanza del coinvolgimento delle Regioni nella fase attuativa del nuovo processo di politica industriale;
Considerata la necessità di una politica industriale unica e coerente tra centro e periferia, attraverso l’indispensabile coinvolgimento delle Regioni, che traghetti l’industria italiana da “un periodo di transizione” ad “una grande fase in cui esprimere le proprie potenzialità”. Una politica industriale che guardi alle fasce avanzate del Paese, ma che nello stesso tempo accompagni che chi è indietro; una sfida questa che, come definito dallo stesso Presidente Boccia, rappresenta un grande salto di qualità culturale prima ancora che tecnologico;
Preso atto che l’industria di base non ha ancora un adeguato piano di rilancio ed una visione unitaria, a differenza di quanto si muove sul fronte dell’industria avanzata, e considerato che i due livelli devono necessariamente interagire in un tessuto connettivo rappresentato dal territorio e dalla sua rete di distretti produttivi; contesto in cui le Regioni contano ed incidono con le loro politiche;
Considerato pertanto necessario che le Regioni si facciano trovare pronte a raccogliere la sfida lanciata dal Governo e ad offrire il proprio contributo anche attraverso gli strumenti per il sostegno all’attività di ricerca applicativa da parte delle Università e per la formazione professionale;
Vista la Cabina di regia che coordinerà il Piano, composta dalla Presidenza del Consiglio, dai Ministeri dello Sviluppo Economico, dell’Istruzione, del Lavoro, delle Politiche agricole, dell’Ambiente, dai Politecnici di Bari, Milano e Torino oltre alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dei Centri di Ricerca, dalla Cassa Depositi e Prestiti, da Confindustria e, più in generale, dal mondo economico e imprenditoriale e organizzazioni sindacali;
Considerata che la stessa, come da dichiarazioni del Ministro Calenda, solo successivamente sarà integrata da rappresentanti delle Regioni;
Considerati, al momento, i pochi e selezionati Competence Center nazionali, sorti grazie al forte coinvolgimento di poli universitari ritenuti di eccellenza quali il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, il Politecnico di Bari, le Università del Veneto (aggregate in un polo unico), la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Ateneo di Bologna e la Federico II di Napoli, e grandi player privati, polarizzati su ambiti tecnologici specifici e complementari, che avranno la seguente mission:
- Formazione e awareness su Industria 4.0;
- Live demo su nuove tecnologie e accesso a best practice in ambito Industria 4.0;
- Advisory tecnologica per PMI su Industria 4.0;
- Lancio ed accelerazione di progetti innovativi e di sviluppo tecnologico;
- Supporto alla sperimentazione e produzione “in vivo” di nuove tecnologie Industria 4.0;
- Coordinamento con centri di competenza europei;
Considerata altresì l’analisi dello Svimez che, sulla base della scarsa presa nel Mezzogiorno, negli ultimi anni, di misure simili collegate all’attivazione di nuovi investimenti (Ace, Nuova Sabatini, contratti di rete e fondi di garanzia), paventa un rischio fallimento anche per il piano Industria 4.0; Sud del Paese che, da statistica, sembrerebbe guardare con maggiore interesse, più che agli incentivi per l’industria digitale, a programmi tagliati sugli investimenti pubblici diretti, come i Patti per il Sud o il piano pubblico di prevenzione sismica;
Tenuto conto che, sempre da dati Svimez, sul fronte degli investimenti nel corso del 2016 il Centro Nord toccherà una crescita pari al 2%, con una forte ripresa dell’accelerazione della spesa, a differenza del Centro Sud che non supererà lo 0,6%, a dimostrazione della diversa capacità di assorbimento degli incentivi;
Considerato altresì uno studio realizzato nei 15 maggiori Paesi industrializzati, e presentato nel gennaio scorso all’ultima edizione del World Economic Forum, che ha stimato in 5 milioni di unità il numero di occupati che potrebbero perdere il posto già prima del 2020, proprio a causa dell’avvento dell’Industry 4.0 e delle innovazioni tecnologiche che la caratterizzano;
Tenuto conto che tale emorragia occupazionale toccherà non tanto le professioni tradizionalmente considerate mestieri di fatica (colf o servizi delle pulizie sostituiti da robot-maggiordomi, oppure autisti e i camionisti rimpiazzati dai veicoli automatici), bensì i mestieri di livello medio o medio-alto che si basano su una buona dose di lavoro intellettuale (-5% per lavori d’ufficio legati a funzioni amministrative delle aziende, -1,6% nel settore manifatturiero, -1% nel mondo dei media e dell’intrattenimento, operatori dei call center, impiegati di banca, contabili, ragionieri, receptionist o addetti al controllo di qualità e al controllo di gestione).
Considerato altresì che con l’avvento dell’Industry 4.0, sempre secondo i dati del World Economic Forum, si registrerà un incremento di occupati tra il 2,5% e il 3% si (com’è ovvio che sia) nelle aree dell’informatica, dell’ingegneria e della progettazione;
Ritenuto pertanto fondamentale predisporsi in anticipo ai cambiamenti, al fine di coglierne le opportunità, che inevitabilmente una rivoluzione industriale e culturale quale Industry 4.0 comporterà, più che subirne gli effetti;
Considerato che, da quanto riportato nell’indagine conoscitiva su “Industria 4.0” approvato alla X Commissione della Camera, la Basilicata risulta essere in coda alla classifica nazionale in quanto a numero di startup presenti in regione;
Considerato che la Basilicata, e Matera, già negli anni ‘50 divenne oggetto di studio e riflessione da parte di intellettuali italiani e stranieri, al fine di realizzare un piano territoriale che fosse modello di sviluppo economico all’interno di una civiltà ancora rurale; a tal fine nacque la Commissione per lo studio della città e dell’agro di Matera promossa dall’UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) – CASAS (Comitato assistenza senza tetto) e dall’INU (Istituto nazionale Urbanistica), per iniziativa di Adriano Olivetti, presidente dell’INU, e di Frederic Friedmann, sociologo tedesco docente all’Università di Arkansas, USA;
Considerato che in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, la Basilicata si presentò alla Mostra delle Regioni a Roma con il suo carico di storia millenaria e le aspettative per il futuro, individuando nel poeta-ingegnere Leonardo Sinisgalli la personalità che meglio rappresenta la sintesi tra la tradizione antica e la proiezione verso la modernità, anche attraverso le caratteristiche del suo vissuto personale, delle sue poesie e dei suoi scritti. Una rappresentazione dell’immagine della Basilicata tra radici antiche e voglia di futuro, che ha attratto nel tempo l’attenzione di viaggiatori, di scrittori, di poeti, di giornalisti e fotografi, e che oggi non può mancare questa la sfida che la quarta rivoluzione industriale ci pone;
Considerato che Industria 4.0 richiede rinnovamento delle istituzioni riproduttive, dei
Mercati del lavoro, delle relazioni industriali, delle convenzioni finanziarie, e via di seguito, necessita aprire la riflessione sul futuro inquadrando la potenziale novità della produzione intelligente entro le grandi trasformazioni del nostro tempo, oltre i confini delle fabbriche;
Considerato che pertanto vi è la necessità di preparare una Società 4.0 in un Territorio 4.0 per favorire un Lavoro 4.0, al fine di armonizzare, rispetto al Programma Industria 4.0 i diversi strumenti legislativi e le progettazioni europee, nazionali e soprattutto regionali (Data Center, Banda Larga e Ultra Larga, Open Data, ITS, Smart Cities e Community, Città 4.0, Aree Industriali 4.0, Università, piano strategico per la crescita digitale S3, Piano delle Infrastrutture, Piano regionale dei Trasporti, ecc);
Tutto ciò premesso
Si chiede al Presidente della Giunta regionale di presentare entro 90 gg alle relative Commissioni consiliari, ed eventualmente a discuterne in apposita seduta di Consiglio regionale, un Piano Strategico “Basilicata 2019, Lucani 4.0” ed a valutare se tale piano, così come accaduto in altre Regioni, dovrà essere accompagnato da un’iniziativa legislativa che adegui, attualizzi ed innovi il contesto normativo che trasversalmente riguarda il comparto delle Attività Produttive.
Potenza, 04/10/2016
- Piero LACORAZZA -