basilicatafiest_sfida_autonomia
 30 luglio 2018

pubblicazione-sintetica-trend-scuola_pasquale-costante_04072018

Il consigliere regionale del Pd “la riflessione avviata intorno alla possibilità di una maggiore autonomia è il tentativo da un parte di modellare al meglio l’organizzazione dei servizi pubblici”

“L’Italia non è solo pianura e città; le aree interne rappresentano una parte ampia del nostro Paese interessando tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della popolazione nazionale. Non c’è quindi solo un problema di crisi demografica (dati Istat al 2065: Italia – 6,5 milioni di abitanti, Mezzogiorno – 3,4 milioni di abitanti) ma anche di distribuzione della popolazione con ricadute negative sull’offerta dei servizi pubblici e sui principali diritti di cittadinanza: sanità, istruzione, mobilità”.

E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd Piero Lacorazza, per il quale “c’è una forte interconnessione tra welfare, sviluppo e lavoro. Lo stesso progetto avviato dal ministro Barca nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne individua in Italia 72 aree comprendenti 1.077 Comuni, per 2.072.718 abitanti (dato al 2016), interessando un territorio di 51.362 kmq. Il dibattito sulle Aree Interne è parte del confronto anche su scala sovranazionale. La particolarità della Basilicata è quella di essere totalmente un’area rurale e prevalentemente area interna e senza città forti in grado di assorbire, come in altri contesti territoriali, lo spopolamento dei piccoli Comuni”.

A parere di Lacorazza “se da una parte è un errore non parlare di crisi demografica per il timore di un giudizio sulla classe dirigente, dall’altra credo sia un errore osservare il problema con lenti provinciali e demagogiche. Il lavoro avviato dalla prima Commissione sul regionalismo differenziato vuole evitare che si faccia come la scimmietta del ‘non vedo, non sento, non parlo’, ma anche come il grillo parlante. La riflessione avviata intorno alla possibilità di una maggiore autonomia (comma 3 art. 116 della Costituzione) è il tentativo da un parte di modellare al meglio l’organizzazione dei servizi pubblici, organizzando per i prossimi dieci anni una maggiore ‘resistenza’, e dell’altra far crescere opportunità a partire dalle nostre risorse naturali”.

“Con l’iniziativa referendaria contro l’art. 38 dello Sblocca Italia – continua Lacorazza – abbiamo determinato i presupposti per una maggiore autonomia anticipando, peraltro, questo dibattito un anno fa nel silenzio più assoluto. Oggi il tema è nell’agenda del governo Conte e oggetto del confronto tra Stato e Regioni. Tra scetticismi e superficialità abbiamo avviato da tempo il dibattito sul regionalismo differenziato e se prima ‘eravamo in uno a ballare l’alligalli’ oggi ci fa estremo piacere che la pista registra maggiore affluenza. Siamo in coda alla legislatura e quindi non riusciremo ad avere il tempo per affrontare in maniera compiuta questa strategia; ma faremo il possibile per stare al confronto. Questo è l’impegno che abbiamo assunto e che stiamo mantenendo avendo attivato audizioni ed approfondimenti sul tema. I tempi potrebbero essere più lunghi e quindi su scuola e sanità potrebbe essere necessario negoziare ‘norme ponte’ da inserire nella prossima legge nazionale di stabilità. Il Consiglio regionale su mia proposta ha approvato già chiari indirizzi in materia sanitaria; così come per la scuola è necessario ottenere più spazi per l’organico della autonomia”.