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La nuova legge regionale sullo spettacolo dal vivo approvata nel mese di dicembre 2014, insieme alle recenti scelte fatte dal Parlamento con la Legge Cultura e Turismo (Dl 83 del 31 maggio 2014) e segnatamente dal ministro Franceschini, anche riguardo alla gestione del Fondo unico per lo spettacolo, introducono elementi nuovi tanto per la produzione quanto per il circuito dello spettacolo dal vivo. La legge approvata dal Consiglio regionale (la n. 37/2014, qui trovate il testo Legge Regionale 12 dicembre 2014, n 37_spettacolo dal vivo)  disciplina quali attività rientrano nel settore dello spettacolo e come la Regione e i Comuni possono e devono programmare, valorizzare e promuovere attività, concorrere allo sviluppo del sistema dello spettacolo, favorendo la qualità dell’offerta, anche a carattere internazionale e multidisciplinare, e inoltre come strutturare l’interazione tra lo spettacolo e l’intera filiera culturale, educativa e del turismo.

Un tassello importante per il 2019, Matera Basilicata 2019.

L’impianto normativo apre, inoltre, all’attuazione di forme di sperimentazione, di innovazione e di ricerca dei linguaggi; all’ampliamento del pubblico dello spettacolo, soprattutto giovanile; all’organizzazione di festival di particolare rilievo nazionale e internazionale; a rassegne, a programmazione di qualità relativa al piccolo esercizio cinematografico e cineteatrale, ai cinema dei centri urbani e alle sale d’essai riconosciute ai sensi della normativa nazionale; a scambi e coproduzione culturale nazionale e transnazionale; ad attività e progetti di cooperazione internazionali; al perfezionamento degli operatori, attraverso strumenti innovativi come le ‘Reti’ e le ‘residenze multidisciplinari’.

Investire nei luoghi della cultura, la rete dei teatri; penso per esempio al rilancio del Teatro Stabile a Potenza, una cattedrale civile della città capoluogo di regione.

Prevista l’istituzione di un Osservatorio con i compiti di monitoraggio delle politiche culturali e dello spettacolo, di valutazione dell’impatto occupazionale degli strumenti messi in campo. La legge opera una netta distinzione fra quanti svolgono le attività di spettacolo dal vivo in modo professionale e quanti, invece, organizzano spettacoli in maniera amatoriale o nell’ambito dell’associazionismo culturale, che nel suo insieme rappresenta un importante serbatoio di creatività e va adeguatamente sostenuto (come del resto va sostenuta l’impresa che opera nel campo dello spettacolo, che è soggetta naturalmente alla normativa fiscale e contributiva) perché attraverso l’associazionismo molte forme artistiche e di spettacolo entrano nelle scuole, coinvolgono centinaia di giovani che possono così trovare luoghi dove esprimere il proprio talento. E sempre di più valorizzano le tradizioni teatrali e musicali locali. A riguardo mi auguro che nei prossimi mesi anche la norma approvata a suo tempo dal Consiglio regionale sulla Fondazione Music Commission abbia finalmente una sua concretizzazione.

Una sfida per tutti, a partire dagli operatori culturali che non devono aver paura di percorrere strade nuove ed inedite in cui produzione, circuito e innovazione, anche tecnologica, possono offrire opportunità per creare lavoro e formare pubblico.