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Siap, si riparte da apprendimento e formazione

Si chiama “Sistema Integrato per l’Apprendimento Permanente ed il sostegno alle transizioni nella vita attiva (Siap)” (qui il testo Sistema L.R. n°30_13082015_sistema Integrato per l’Apprendimento Permanente ed il sostegno alle transizioni nella vita attiva_Siap). È la nuova legge approvata dal Consiglio regionale il 5 agosto, e partendo dalla necessità di riformare una legge regionale (la n. 33/2003) rappresenta il tentativo di mettere insieme e coordinare le attività di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro, con particolare cura delle fasi di “transizione” fra questi diversi momenti della vita di ognuno. Il che significa che il sistema pubblico deve accompagnare la fase di apprendimento, orientare le persone a scegliere cosa fare dopo, attraverso un ventaglio di opportunità, intervenire nei fattori di crisi, attraverso al formazione e la riqualificazione professionale. Mettere in contatto (si sarebbe detto una volta) il mondo dell’istruzione e il mercato del lavoro. Già, lavoro. Parola che viene vissuta soprattutto come negazione da tante persone espulse dal mercato, che stentano a ricollocarsi, e da tanti giovani che un lavoro hanno smesso di cercarlo. Anche in questo caso, anzi soprattutto in questo caso, la legge non risolve il problema del lavoro. Ma può servire a rendere l’intervento pubblico maggiormente utile, a riqualificare (come auguro) il mondo della formazione professionale, a creare cioè le basi per un mercato del lavoro più fluido, in cui c’è chi sa ascoltare le esigenze dei giovani e dei mercati, ne segue le evoluzioni e prova a dare qualche risposta in termini di qualificazione dell’offerta formativa. Tutto questo, insieme ai programmi finanziati dal Fondo sociale europeo che vanno orientati e sostenuti, per seguire l’evoluzione dei sistemi delle politiche attive del lavoro, dell’inclusione sociale e dell’istruzione. L’esperienza maturata negli anni scorsi alla Provincia di Potenza mi ha consentito di misurarmi concretamente e quotidianamente con i problemi del sistema formativo, di vedere limiti e virtù di una legge del 2003, che come si è più volte detto non era adeguata al tempo che viviamo. Ma è stata anche un’esperienza importante di relazione con la scuola, che ha segnato punti di riforma vera e concreta, contro talune posizioni di nicchia e conservatrici, che di tanto in tanto affiorano. Tante attività figlie di una sfida vinta, penso agli Erasmus, per la prima volta organizzati nella nostra regione per gli studenti delle scuole superiori. Potrei elencarne altre… Adesso è necessario proseguire sull’Agenzia unica regionale, che superi le due agenzie provinciali e la frammentazione di un sistema pubblico per alleggerire burocrazie e risorse. Il resto delle risorse del Fse, sia chiaro, deve andare agli studenti, facendo della sussidiarietà un valore, evitando di sottrarre risorse al privato ma fissando regole ed obbiettivi di qualità.

Dopo 12 anni è stato approvato un pilastro della riforma della formazione. Adesso agenzia unica regionale

Si chiama “Sistema Integrato per l’Apprendimento Permanente ed il sostegno alle transizioni nella vita attiva (SIAP)” e, partendo dalla necessità di riformare una legge regionale (la n. 33/2003) rappresenta il tentativo di mettere insieme e coordinare le attività di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro, con particolare cura delle fasi di “transizione” fra questi diversi momenti della vita di ognuno. Il che significa che il sistema pubblico deve accompagnare la fase di apprendimento, orientare le persone a scegliere cosa fare dopo, attraverso un ventaglio di opportunità, intervenire nei fattori di crisi, attraverso al formazione e la riqualificazione professionale. Mettere in contatto (si sarebbe detto una volta) il mondo dell’istruzione e il mercato del lavoro. Già, lavoro. Parola che viene vissuta soprattutto come negazione da tante persone espulse dal mercato, che stentano a ricollocarsi, e da tanti giovani che un lavoro hanno smesso di cercarlo. Anche in questo caso, anzi soprattutto in questo caso, la legge non risolve il problema del lavoro. Ma può servire a rendere l’intervento pubblico maggiormente utile, a riqualificare (come auguro) il mondo della formazione professionale, a creare cioè le basi per un mercato del lavoro più fluido, in cui c’è chi sa ascoltare le esigenze dei giovani e dei mercati, ne segue le evoluzioni e prova a dare qualche risposta in termini di qualificazione dell’offerta formativa. Tutto questo, insieme ai programmi finanziati dal Fondo sociale europeo che vanno orientati e sostenuti, per seguire l’evoluzione dei sistemi delle politiche attive del lavoro, dell’inclusione sociale e dell’istruzione. L’esperienza maturata negli anni scorsi alla Provincia di Potenza mi ha consentito di misurarmi concretamente e quotidianamente con i problemi del sistema formativo, di vedere limiti e virtù di una legge del 2003, che come si è più volte detto non era adeguata al tempo che viviamo. Ma è stata anche un’esperienza importante di relazione con la scuola, che ha segnato punti di riforma vera e concreta, contro talune posizioni di nicchia e conservatrici, che di tanto in tanto affiorano. Tante attività figlie di una sfida vinta, penso agli Erasmus, per la prima volta fatto nella nostra regione per gli,studenti delle scuole superiori. Potrei elencarne tanti … Adesso è necessario proseguire sull’Agenzia unica regionale, che superi le due agenzie provinciali e la frammentazione di un sistema pubblico che deve alleggerire burocrazie e risorse. Il resto delle risorse del Fse, sia chiaro, deve andare agli studenti, facendo della sussidiarietà un valore, evitando di sottrarre risorse al privato ma fissando regole ed obbiettivi di qualità.

Nuovo Sistema integrato per l’apprendimento permanente

05 agosto 2015

Il Consiglio regionale ha approvato un disegno di legge che definisce un sistema di politiche tese a rafforzare le opportunità di conoscenze e competenze

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 12 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Ri, Psi e del consigliere Romaniello del Gruppo Misto; 5 voti contrari del consigliere Pace del Gruppo Misto, di M5s, Pdl-Fi e Lb-Fdi)  il disegno di legge “Sistema integrato per l’apprendimento permanente ed il sostegno alle transizioni nella vita attiva (Siap)”.

Lo strumento legislativo, nato dall’esigenza di rilegiferare la materia oggetto della legge regionale n. 33 del 2003 al fine di dare alla Basilicata un quadro normativo e strumenti attuativi coerenti con le sfide e le opportunità del mercato del lavoro, definisce un sistema di politiche e di servizi tesi a rafforzare sia le opportunità di apprendimento, sia a sviluppare, proprio attraverso l’apprendimento, le capacità dell’individuo di affrontare in modo attivo e autonomo le proprie scelte. Si passa, quindi,  da un sistema integrato formativo ad un sistema integrato dell’apprendimento, considerando la formazione strumento di trasmissione di conoscenze e competenze in un più ampio quadro di finalità, forme e modalità di azione.

L’insieme degli apprendimenti formali, non formali ed informali maturati dagli individui nel corso della propria vita vengono validati dalla Regione in termini di crediti formativi e qualificazioni spendibili sul mercato del lavoro e verso i sistemi di istruzione e formazione attraverso il libretto formativo del cittadino.

Le politiche messe in atto confluiranno in uno specifico Piano triennale che costituisce indirizzo per la definizione e attuazione dei singoli interventi.

Nel dibattito sono intervenuti oltre all’assessore Liberali, i consiglieri Rosa (Lb-Fdi), Cifarelli (Pd) e Napoli (Pdl-Fi).