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E’ stata approvata ieri 7 settembre la legge di riforma dell’Arpab, che certamente di per se non risolve (come tutte le leggi, del resto) i problemi della tutela ambientale in Basilicata. Ma costituisce un buon punto di partenza per rimettere in ordine le questioni e provare a ripartire con autorevolezza, professionalità, efficienza ed efficacia. Che sono poi le cose che i cittadini chiedono all’ente preposto alla tutela dell’ambiente. Una nuova legge di per se non è “la riforma”, Con l’approvazione della legge la questione ambientale nella nostra regione non può dirsi risolta, poiché è anche una questione democratica in un territorio in cui l’impatto in particolare del petrolio e non solo, determina apprensioni, talvolta sfiducia.

La riforma ha il merito, dopo anni, di fischiare l’inizio della partita e su questo che si misurerà la forza, la credibilità del governo e dell’intera istituzione regionale.
La legge offre alcuni presupposti da cui impostare un diversa e più efficace strategia distinguendo le attività obbligatorie (quelle svolte dall’Arpab per la Regione, gli Enti sub regionali, le Province, i Comuni e gli Enti Parco regionali) da quelle non obbligatorie e definendo le attività di informazione e conoscenza ambientale che aiutano il rapporto con la cittadinanza.
Ma ora serve un vero investimento in tecnologie e risorse umane (anche per questo ci siamo fatti carico di ridurre se non di eliminare il precariato), una maggiore efficienza, anche attraverso il contestuale rilancio del Dipartimento Ambiente della Regione, per dare celerità, certezza e qualità agli iter autorizzatori. Perché anche le imprese siano sollecitate ad investire nella sostenibilità come un valore e non come un freno alla sviluppo.
L’Arpab deve fare rete non solo con l’Ispra, il Cnr e le altre agenzie ambientali. Deve partecipare ad una azione coordinata con il servizio sanitario regionale ed i suoi enti per intervenire in maniera efficace sui fattori che incidono sulla salute e sull’ambiente, in stretto rapporto con il centro di medicina ambientale e l’osservatorio ambientale della Val d’Agri, per contribuire, attraverso la sua precipua azione di monitoraggio ad essere parte di una strategia della prevenzione, della riduzione del rischio anche legata allo sviluppo. Occorre cioè un collegamento forte tra ricerca e politiche sanitarie, territorio e reti regionali, nazionali e internazionali. E’ questo il livello degli interventi che servono per avere, nel medio periodo, una rete efficace di tutela della salute e dell’ambiente in Basilicata.
Era un punto sul quale, anche di davanti agli elettori, ci siamo, mi sono impegnato a costruire una ‪#‎basilicatamigliore‬ con @lucani2019