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Il consigliere del Pd commenta la proroga di alcuni contratti e chiede “di dare più certezze ai precari, non aggiungendo ulteriori fattori di emergenza e di instabilità determinati da procedure a volte non proprio condivisibili o ordinate”
“L’approvazione in Consiglio regionale della proroga di alcuni contratti precari è stata l’occasione per una discussione più ampia sulle politiche per il personale e sul precariato. Lo spunto è stato dato, almeno per quanto mi riguarda, dall’intervento del presidente Pittella che ha annunciato in data odierna l’approvazione del piano per il fabbisogno del personale che, peraltro, almeno così è stato dichiarato, sarà anche presentato in un’apposita conferenza stampa. È un passaggio positivo, soprattutto se avvenuto in collaborazione con i sindacati, anche per la complessità che in questi anni si è determinata per effetto di norme, ad esempio il riordino delle funzioni delle Province, che hanno caratterizzato scelte nazionali”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Piero Lacorazza.
L’esponente del Pd parla di “un lavoro che è stato seguito con molta attenzione, anche su mia richiesta, dalla prima Commissione consiliare e che ha visto più volte audizioni del direttore Marsico e del dirigente Travaglio, oltre che dei sindacati. Aggiungo che ci sono norme e mozioni approvate dallo stesso Consiglio regionale. Nell’attesa di conoscere il piano del fabbisogno del personale per esprimere qualche eventuale valutazione di merito anche rispetto agli impegni assunti in Commissione, tanto per il personale quanto per i precari, sento di anticipare qualche considerazione già espressa in Consiglio. Avremo anche modo di conoscere le scelte sui concorsi rimasti in sospeso da anni e sui si attende una scelta definitiva. La politica per il personale è innanzitutto un modello organizzativo adeguato alle sfide di programmazione che ci si pone all’inizio delle legislatura provando, nelle difficoltà date e sopravvenute, a tarare al meglio la macchina amministrativa. Quindi c’è innanzitutto una responsabilità della politica che non credo può scaricare il peso esclusivamente su dirigenti e funzionari”.
A parere di Lacorazza “in questo ambito è necessario incastrare anche le scelte che riguardano i precari sui quali si sono registrati avanzamenti e contraddizioni puntualmente e anticipatamente posti all’attenzione del dibattito politico ed istituzionale anche proponendo soluzioni in alcuni casi approvate con leggi e mozioni dal Consiglio regionale. C’è un nodo che resta irrisolto e che andrà affrontato. Un nodo sul quale non si è registrato nessun avanzamento e che potrebbe determinare ulteriori spazi tanto per investire sul personale quanto per procedere a dare ulteriori certezze e stabilizzazioni ai precari. Questo nodo è la relazione con il governo nazionale, sia nel processo istruttorio della cosiddetta legge Madia e dei conseguenti decreti attuativi, sia per norme che hanno determinato per alcuni territori, già in sede di Conferenza con il governo nazionale, l’innalzamento del turn over fino al 75 per cento per alcune Regioni in linea con alcuni parametri di bilancio”.
“A questo punto, visto il valore pluriennale del piano per il fabbisogno del personale – conclude Lacorazza – sarà necessario ripiegarsi anche sull’iter dell’art. 116 della Costituzione, una leva da utilizzare per verificare, attraverso una maggiore autonomia regionale, la possibilità di negoziare maggiori spazi avendo già azionato su Arpab e Dipartimenti regionali la scelta di procedere attraverso agenzie di lavoro interinale. Siamo la Regione in cui le emergenze ambientali sono caratterizzate dalla presenza di questioni strategiche nazionali e dunque, con un bilancio ordinato, non possiamo fermarci ad un mero recepimento di norme statali. Mi rendo conto che siamo di fronte ad una partita complessa ma tuttavia siamo chiamati ad accettare e rilanciare la sfida per dare più armonia alle politiche per il personale della nostra Regione e dare più certezze ai precari non aggiungendo ulteriori fattori di emergenza e di instabilità determinati, anche in Enti o Agenzie, da procedure a volte non proprio condivisibili o ordinate”.