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20 aprile 2017

Dopo le decisioni del Governo regionale, il consigliere del Pd auspica “che vengano ripristinate le condizioni politiche affinché tutti, davvero tutti, possano dare cittadinanza alle proprie idee e alle proprie posizioni”

“Registro un cambio di linea sul piano politico e di questo non posso che essere soddisfatto. Ma credo, tuttavia, che sulla questione petrolio siamo ad un nuovo inizio, partito con un ritardo che potrebbe aver già determinato maggiori rischi e minori opportunità. Attendo che il confronto si apra davvero nell’interesse dei cittadini, delle imprese e dei lavoratori. Tutti siamo chiamati ad un sussulto di responsabilità e di unità rispetto ad un tema molto delicato che intreccia interessi nazionali e territoriali. Ed è auspicabile che vengano ripristinate le condizioni politiche affinché tutti, davvero tutti, possano dare cittadinanza alle proprie idee e alle proprie posizioni”.

E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd, Piero Lacorazza, che avrebbe preferito “una discussione su questi temi, ieri, in Consiglio regionale, dopo la comunicazione del presidente Pittella, che nell’eventuale replica avrebbe avuto anche l’opportunità di contestare le posizioni da me assunte e ribadite in questi anni sulla questione petrolio e sulla delibera della Giunta regionale, approvata in un contesto normativo ed amministrativo noto e che a ‘babbo morto’ (con il Cova già chiuso) è stata notificata.”

“Oggi – aggiunge Lacorazza – si riuniranno, grazie ad un mio emendamento sul piano triennale Arpab, sindaci della Val d’Agri per definire cosa dovrà fare e dove dovrà essere ubicato un presidio di controllo e monitoraggio ambientale dell’Arpab. Così come dopo proposte ed iniziative istituzionali da me promosse, è previsto nel bilancio regionale il rifinanziamento, con mutuo, del programma operativo Val d’Agri, Camastra, Sauro per 30 milioni di euro. Questi due aspetti – sottolinea il consigliere – mi consentono di fare una prima riflessione generale e di esplicitare le contraddizioni e i punti di debolezza di una strategia ondivaga che da alcuni anni a questa parte ha depositato nella realtà e nella percezione della comunità regionale molti rischi e poche opportunità sulla vicenda petrolio”.

A parere del consigliere regionale del Pd “il ritardo con il quale sembra articolarsi la linea della ‘fermezza’ e della ‘trattativa’, della sostenibilità e dello sviluppo si carica di contraddizioni che sembrano essere passate in secondo piano. E’ evidente la debolezza di non aver imposto un diverso approccio sull’articolo 38 dello Sblocca Italia; anzi, in quel contesto, è stato narrato come ‘salvifico’ il ruolo ‘sostitutivo’ di una parte del mondo delle imprese che oggi si presentano, come società civile, addirittura all’interno del dibattito congressuale del Pd. Niente di personale, ma la riflessione è molto pertinente perché non si tratta di buttarla in politica ma, come avevo già sottolineato molto prima delle primarie del Pd e della iniziativa referendaria, erano evidenti i rischi di una non marcata definizione del confine tra governo, politica e alcune rappresentanze sociali”.

“Qualcuno ricorderà il ragionamento fatto nei giorni del rinnovo dei vertici della Camera di Commercio. Il tema è molto delicato – sostiene Lacorazza – anche alla luce delle dichiarazioni di Descalzi e di alcune posizioni, anche legittime, di parte del mondo dell’impresa lucana che vorrebbe che in Basilicata si estraesse ancora di più. Lo stesso presidente Pittella aveva comunicato nel mese di luglio importanti investimenti da parte di Eni. Anche in questo caso non mi interessa la dialettica politica o l’esercizio di un confronto che potrebbe apparire, con una imminente scadenza congressuale, dal sapore elettoralistico; anche se avrei preferito lo stesso trattamento rispettoso per le posizioni, rilevatesi giuste alle luce di quando sta accadendo, assunte nel corso di questi anni. Si era arrivati al punto di ‘giocare’ con le amministrazioni comunali per evitare che si esprimessero sulla richiesta di impugnativa dell’articolo 38 dello Sblocca Italia”.

“Non avendo goduto di particolare simpatie da parte di alcuni settori della rappresentanza sociale ed economica nel corso di questi anni anche per le tesi sostenute ed evidenziando contraddizioni ancora presenti – rileva Lacorazza – sento di rinnovare l’appello ad un esercizio di autonomia di ciascuno che metta in condizione l’intera rappresentanza politica di confrontarsi senza presupporre posizionamenti di parte o di corrente. Sarebbe utile che gli stessi organi d’informazione – conclude – riprendessero il confronto partito dagli ultimi mesi del 2014 (anche da prima se si vuole!) fino ad oggi, magari passando per i referendum del 17 aprile e del 4 dicembre che con quella riforma del Titolo V della Costituzione avrebbe tolto al territorio ogni potere”.

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