Ieri, sabato 3 novembre, sono stato al presidio dei lavoratori del Centro Oli di Corleto. Premetto che se fosse passato l’art. 38 della Legge Sblocca Italia il territorio sarebbe stato più debole e più fragili sarebbero stati i diritti dei lavoratori e le opportunità per le nostre imprese. Sono orgoglioso di aver promosso e guidato quel referendum che costrinse il governo nazionale a modificare le norme che davano più potere allo Stato centrale e alle compagnie petrolifere.
Domani ci sarà l’incontro in Regione e chiederò all’Assessore Cifarelli di riferire martedì in Consiglio Regionale affinché tutte le forze politiche possano dare il proprio contributo ad una battaglia comune a difesa del lavoro, delle imprese lucane e del territorio.
C’è la consapevolezza che con la fine della costruzione del Centro Olio di Corleto servirà meno forza lavoro ma i lucani e coloro che vivono in questi territori devono avere priorità.
Durante il tour elettorale il Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio ha detto: nessuna altra autorizzazione sarà data fino a quando i soldi andranno via dalla Basilicata e non sarà rispettato il diritto alla salute. Una dichiarazione che dice, aldilà dei precedenti proclami propagandistici, che saranno rispettati i contratti in essere per 154 mila barili giorno.
Ma adesso almeno il Ministro Di Maio inizi a far rispettare i lavoratori e le imprese lucane e convochi un tavolo, anche alla presenza del Ministero dell’Ambiente, per fare il punto sulla vicenda petrolifera lucana ragionando su nuovi investimenti per la nostra Regione per realizzare infrastrutture e lavoro.
Infine, dopo anni anche di personale impegno in Consiglio, si sono sbloccate le risorse per gli investimenti in questi territori; parliamo di oltre 500 ml di euro nei prossimi 10 anni. Questo obbiettivo raggiunto nato dall’attribuzione alle ‘aree estrattive’ del 30% delle royalties incassate dalla Regione deve avere una immediata concretizzazione. La Regioni convochi la conferenza dei sindaci del Programma Operativo Val d’Agri Sauro Camastra Melandro e faccia partire da subito attività e progetti.
Perché se è vero che non tutto il lavoro può provenire dall’attività estrattiva e se crediamo davvero, per i prossimi anni, di guardare al dopo petrolio è necessario mettere a frutto, con nuove idee e programmi, le risorse provenienti dalle royalties per gli investimenti e per il lavoro.