“Anche dopo la riforma costituzionale le Regioni continueranno a incrociare le procedure autorizzative e gli atti di pianificazione, che sarebbe meglio armonizzare, evitando di espropriare i territori e le istituzioni locali di ogni potere”

commissioneeu_istock_000041530682_largeIl tema delle politiche europee nel settore dell’energia, anche in relazione alle competenze esercitate dalle Regioni su questa materia, è al centro di un dossier approvato oggi a Trento dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali. Capofila su questa materia  il Consiglio regionale della Basilicata, che con la collaborazione dei Consigli regionali dell’Umbria, della Puglia e delle Marche ha predisposto il documento varato oggi dalla Conferenza insieme ad altri cinque documenti tematici, che saranno illustrati la settimana prossima alla Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato.

“Tra gli aspetti maggiormente problematici – è scritto tra l’altro nel dossier -, si segnalano quelli riguardanti le cosiddette interferenze tra la disciplina del rilascio delle autorizzazioni ambientali e i principi di diritto europeo riguardanti la Valutazione di Impatto Ambientale, risolti – anche se in modo problematico quanto agli effetti – dalla sentenza della Corte costituzionale n. 93 del 2013, che ha rilevato l’illegittimità di alcune disposizioni della legge regionale delle Marche concernenti la mancata assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale degli impianti alimentati da fonti rinnovabili al di sotto di una certa soglia di potenza”.

“Al fine di superare le difficoltà connesse con questa questione – si legge ancora nel documento -, è auspicabile che tra i temi affrontati nell’ambito della nuova politica energetica europea sia mantenuto anche quello riguardante i procedimenti di autorizzazione, peraltro già trattato all’art. 13 della direttiva 2009/28/Ce, attraverso un approccio che garantisca: A) rispetto dell’ambiente; B) perseguimento dell’obiettivo di incentivare l’uso delle energie rinnovabili; C) snellezza procedurale; D) adeguato coinvolgimento delle realtà territoriali e locali, riducendo il margine di discrezionalità presente nella disciplina europea attualmente in vigore, che ha determinato incertezza normativa in fase di recepimento e che ha costituito – nei fatti – un ostacolo al perseguimento degli obiettivi della direttiva stessa”.

Per il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza, che ha contribuito alla definizione del dossier sull’energia, “la Conferenza dei presidenti ha individuato temi essenziali, che richiederebbero tra l’altro un supplemento di riflessione perché la stessa riforma costituzionale all’attenzione del Parlamento, pur eliminando le materie concorrenti, rischia di non eliminare ma invece di acuire una serie di interferenze istituzionali sulle quali è più volte intervenuta la Corte costituzionale. Energia vuol dire anche tutela della concorrenza, ambiente, governo del territorio, materie che le Regioni continueranno a incrociare con le procedure autorizzative e gli atti di pianificazione, che sarebbe meglio armonizzare in base al principio di sussidiarietà, evitando cioè di espropriare i territori e le istituzioni locali di ogni potere. Un supplemento di riflessione da parte del Parlamento non guasterebbe”.