rai3Per il presidente del Consiglio regionale “ci possono essere opinioni diverse e critiche anche molto aspre, ma scadere nell’insulto è grave e sbagliato. Bisogna distinguere fra le opinioni dei singoli e i compiti degli organismi pubblici”

“Dalle polemiche di questi giorni emerge la necessità di distinguere fra le opinioni, certamente legittime, dei singoli  ed i compiti degli organismi pubblici. E’ evidente che i componenti del Corecom possono dire le loro opinioni su questa come su altre vicende, ma il compito istituzionale del Corecom è altra cosa e si esplica attraverso le modalità stabilite dalla legge, come ha ribadito la stessa presidente dell’organismo. Questo dovrebbe saperlo innanzitutto chi in passato ha ricoperto cariche pubbliche e oggi si attarda in polemiche incomprensibili, che non aiutano il Corecom a svolgere con serenità ed equilibrio le delicate funzioni cui è preposto”.

Il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza interviene così nella discussione che si è aperta negli ultimi giorni sulla stampa dopo un servizio del Tgr sulla manifestazione degli studenti contro il decreto sblocca Italia e dopo gli interventi di alcuni componenti del Corecom.

Lacorazza rivolge inoltre un appello: “Ci possono essere opinioni diverse – afferma – e critiche anche molto aspre, ma scadere nell’insulto, come è avvenuto in questi giorni, è grave e sbagliato. Non sta a me stabilire se Cinzia Grenci ha fatto bene o male il suo lavoro di giornalista con il servizio sugli studenti, si discuta, ci si confronti liberamente (possibilmente nel rispetto reciproco delle posizioni) ed anzi si colga l’occasione per rendere i giovani pienamente protagonisti del dibattito sulla funzione dell’informazione. Gli stessi ragazzi che hanno partecipato alle manifestazioni di questi giorni, con modalità e toni che si possono condividere o meno ma fanno comunque parte del patrimonio democratico di questa terra, hanno diritto di esprimersi e di reclamare il proprio spazio. Ma attenzione a non trasformare questo confronto in linciaggio mediatico. Questo non fa bene all’informazione e tantomeno alla democrazia”.