Forse non tutti sanno che il 10 marzo scorso il Consiglio regionale ha approvato la nuova legge LR 20032015_n. 12_promozione e sviluppo della cooperazione in Basilicata. Di cosa si tratta? Del tentativo, che spero naturalmente abbia successo, di sostenere la cooperazione attraverso incentivi finalizzati, tra l’altro, al rafforzamento competitivo e patrimoniale delle cooperative esistenti e dei loro consorzi, alla creazione di start up anche a vocazione sociale e in ambito energetico per prodotti e servizi ad alto valore innovativo, all’accesso al credito. E questo significa, tra l’altro, sostenere quelle imprese cooperative che lavorano al reinserimento lavorativo di persone svantaggiate o espulse dal mercato del lavoro e che sono impegnate in progetti di rilevanza sociale. Lo strumento individuato è la “cooperativa di comunità”, una società cooperativa che può avere fra i soci anche gli enti locali e che opererà, soprattutto nelle piccole realtà, per il soddisfacimento dei bisogni della comunità locale, attraverso lo sviluppo di attività eco-sostenibili finalizzate alla produzione di beni e servizi, al recupero di beni ambientali e monumentali, alla creazione di offerta di lavoro e alla generazione di capitale sociale. Tra l’altro, nel preliminare di accordo sottoscritto il 19 marzo scorso fra Regione e Ministero dello Sviluppo economico in merito all’utilizzazione delle risorse derivanti dal “Fondo 3% delle royalties” (qui il documento Intesa Mise e Regione Basilicata risorse derivanti dal fondo 3 per centodelle royalties ), si prevede espressamente che parte di queste risorse dovranno essere destinate ad un “Fondo per Comuni e Province per ampliamento servizi offerti e assunzioni beneficiari presso cooperative”. Naturalmente, anche alla luce delle vicende che hanno occupato le cronache nazionali, occorre evitare equivoci ed assicurare la corretta applicazione di tutte le regole della concorrenza e del mercato del lavoro. Così si afferma il valore sociale dell’impresa cooperativa, che significa recuperare i principi fondamentali (mutualità, solidarietà) della storia della cooperazione. E le cooperative possono ancora svolgere, dentro questo quadro di valori e principi, quel ruolo innovativo e di stimolo per contribuire a rafforzare il tessuto economico e sociale dei piccoli centri, offrendo una opportunità (da non perdere) a tanti giovani. Ovviamente, per quanto innovative e giuste possano essere le nuove norme, bisogna essere consapevoli del fatto che l’impresa non si costruisce con una legge. Ed anche una cooperativa non nasce con una legge. È innanzitutto un processo sociale, culturale prima ancora che economico. La legge, quindi, non è la soluzione di tutti i mali, ma solo uno strumento che, se ben utilizzato, può aiutare a trovare la strada giusta.