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Per il consigliere regionale del Pd “occorre un accordo integrativo stralcio legato ad un nuova missione del servizio di continuità assistenziale da ridefinire nel Piano sanitario”
“E’ passato un anno dal primo provvedimento che ha interessato i medici della continuità assistenziale. E’ passato un anno e siamo nella emergenza più totale che mescola un rischio paralisi del servizio, una class action e ancora la sospensione di indennità integrative. Questo momento delicato obbliga ad un responsabilità, ma anche ad un riflessione sulle cose da fare”.
E’ il pensiero del consigliere regionale del Partito democratico e presidente della prima Commissione consiliare, Piero Lacorazza.
“Giova a tutti ricordare – sottolinea Lacorazza – la proposta che da un anno ho avanzato: un accordo integrativo stralcio legato ad un nuova missione del servizio di continuità assistenziale da ridefinire nel Piano sanitario che, per effetto di un mio emendamento, si sarebbe potuto e dovuto approvare entro il 31 dicembre 2017. Io stesso – continua il consigliere – per provocare un’accelerazione della soluzione, depositai, a dicembre 2017, una proposta di legge il cui contenuto fu modificato in sede di approvazione da parte del Consiglio regionale e poi impugnato dal Governo nazionale”.
“In queste ore – puntualizza Lacorazza – sembra essere oggetto del confronto la cosiddetta ipotesi ‘sarda’: la legge della Sardegna non sarebbe stata impugnata. Si approfondisca, evitando scorciatoie e pericoli che potrebbero celarsi dietro la specialità’ della regione Sardegna. Occorre da parte di tutti grande responsabilità, a cominciare dalle istituzioni e dalle sue articolazioni sanitarie per evitare tensioni e conflitti che potrebbero produrre, in attesa del giudizio della Corte dei Conti, un fiume di contenziosi. La via maestra – ribadisce il Presidente della commissione Politica sociale – rimane l’accordo integrativo, lo strumento più adeguato per centrare tanto gli obiettivi della continuità assistenziale per i cittadini quanto la legittima aspirazione dei medici ad una congrua retribuzione”.
“Appare abbastanza singolare il fatto che nelle pre – intese sul comma 3 dell’art. 116 della Costituzione la richiesta di maggiore autonomia di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna si fondi anche sul Sistema sanitario e sul riconoscimento delle cosiddette ‘aree disagiate’. Questo tema – aggiunge Lacorazza – è dentro il cosiddetto ‘contratto’ sulla base del quale il premier incaricato Conte proverà a fare il Governo ed ottenere la fiducia in Parlamento”.