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Per il consigliere regionale del Pd “ è necessario chiudere un accordo in tempi brevi”
“Ringrazio i sindacati dei medici del servizio di Continuità assistenziale ed il presidente della quarta Commissione consiliare, Luigi Bradascio, per aver accettato il mio invito ad approfondire la delicata questione relativa alla sospensione e poi all’avvio del recupero di alcune indennità previste dall’accordo integrativo regionale”. A dichiararlo il consigliere regionale del Partito democratico, Piero Lacorazza.
“Ho già avuto modo di sottolineare – continua Lacorazza – sulla Dgr 347 del 3 maggio 2017 (sospensione cautelativa) l’errore di una scelta unilaterale che, anche su mia richiesta, è stata portata all’attenzione della quarta Commissione consiliare. E’ ancora più inspiegabile, visto l’errore già commesso, l’assenza di qualsiasi confronto sulla Dgr 1037 del 29 settembre 2017 con la quale si è avviata la procedura per il recupero delle risorse. Ora – dice il consigliere – è necessario aprire un confronto vero, forse anche tardivo rispetto a mesi in cui si sarebbe potuto già avviare un percorso diverso e del quale avevo già parlato a giugno in Commissione “Politica sociale”. Penso che ci siano alcune questioni sulle quali la riflessione vada portata sino in fondo, principi che avremmo dovuto affermare poiché sono presupposti fondamentali per difendere il sistema sanitario regionale e ancor di più tutelare il diritto alla salute dei cittadini”.
“In una regione con le caratteristiche territoriali complesse – sostiene Lacorazza – per effetto di un ‘popolazione sparsa’ credo sia giusto incentivare per ‘struttura e programma’ l’attività resa in condizioni di disagio con riferimento al Comune ed ai locali in cui si esercita la Continuità assistenziale. Mi permetto di sottoporre questo punto poiché è un elemento di sostanza per il passato e per il futuro Piano sanitario. Il tema c’è ed è molto serio. Mi rendo conto – aggiunge – che sarebbe molto al limite una legge che vada in questa direzione, essendo materia più di accordi che di norme; ho predisposto una proposta che, nel rispetto di tutte le istituzioni, valuti la ‘condizione di disagio’ ed eventualmente l’assistenza pediatrica anche in termini di razionalizzazione, efficienza e risparmio del sistema sanitario sul suo complesso”.
“Per questo è necessario – afferma Lacorazza – aprire un confronto vero e chiudere un accordo prima possibile. Non so se ci sono margini per fermare gli atti avviati per il recupero delle risorse, ma certamente ci troviamo di fronte ad un impatto non irrilevante visto che sarà necessario rimettere le lancette a 10 anni fa. Se la Regione non dovesse tornare indietro è del tutto naturale la reazione di protesta e di contenzioso davanti al giudice amministrativo o del lavoro. Lo stesso processo di recupero delle risorse non sarà semplice vista la necessità di attenzionare ogni singola posizione fiscale dei medici essendo indennità tassate. E poi saranno da valutare tempi e modi per il recupero visto che al primo posto dovrà esserci il ‘favor’ anche per medici convenzionati”.
“C’è, quindi, ancora un poco di spazio – sottolinea Lacorazza – per aprire un confronto vero, scongiurare forme di estrema protesta, mettere mano ad una strategia a partire da una veloce chiusura di un nuovo accordo integrativo regionale, anche valutando l’ipotesi di stralcio per il servizio di continuità assistenziale, per dare certezze nel presente e nel futuro. Questo percorso – conclude – andrebbe tenuto in parallelo alla discussione in atto in quarta Commissione sul nuovo Piano sanitario regionale”.