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 27 marzo 2018

Per il consigliere del Pd “il saldo negativo rilevante tra immigrazione ed emigrazione sanitaria, la relazione tra ospedali e territorio, i tempi lunghi in attesa per avere una prestazione presuppone una cambiamento importante”

“L’ulteriore delibera di Giunta regionale che per circa 350 mila euro modifica il piano assunzionale per il personale in sanità, non modifica il taglio, di fatto, che impedirà di corrispondere il turn over per circa 13,5 milioni di euro; meno medici, infermieri e personale socio sanitario”.

E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd, Piero Lacorazza per il quale “questa norma, proposta dalla senatrice Antezza nella precedente legislatura, dovrebbe essere non solo riproposta nelle prossime leggi di bilancio ma anche di molta ampliata in termini finanziari; molto oltre i 350 mila euro”.

Lacorazza parla di “un norma ‘ponte’ per arrivare a conseguire per il 2020, attraverso una maggiore autonomia della nostra Regione, più possibilità per rimuovere, nel rispetto dei vincoli di bilancio e dei livelli essenziali di assistenza, i vincoli di spesa specifici, con particolare riguardo alle politiche di gestione del personale dipendente, convenzionato ed accreditato; prevedere in sede di contrattazione collettiva integrativa incentivi e misure di sostegno da destinare al personale in servizio presso sedi montane disagiate; avviare percorsi finalizzati alla stipula di contratti a tempo determinato di ‘specializzazione lavoro’ per i medici, alternativi al percorso delle scuole di specializzazione; chiedere, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza e dei vincoli di bilancio, più autonomia nell’espletamento delle funzioni attinenti al sistema tariffario, di rimborso, di remunerazione, di compartecipazione”.

“La maggiore autonomia da richiedere attraverso la leva del comma 3 dell’art. 116 della Costituzione italiana – dice – presuppone una visione, un piano sanitario che faccia fare un salto di qualità davvero imponente. Il saldo negativo rilevante tra immigrazione ed emigrazione sanitaria, la relazione tra ospedali e territorio, i tempi lunghi in attesa per avere una prestazione presuppone una cambiamento importante”.
“Tutto ciò – conclude – non significa sfuggire a vincoli e parametri generali di bilancio nè tantomeno rispettare il programma valutazioni esiti poiché se da un lato è necessario ridurre inefficienze e sprechi dall’altro è necessario tenere alta la qualità e misurarsi con l’eccellenza.

Più autonomia significa aver più opportunità per fare meglio, per riformare davvero, per cambiare andando incontro ai diritti dei cittadini e alla valorizzazione e alla serenità degli operatori del mondo sanitario”.28661361_1705572039481229_6621999745411842048_n