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Il consigliere regionale del Pd in un incontro con i giornalisti ha parlato di ambiente e petrolio
Il consigliere regionale Piero Lacorazza (Pd), incontrando i giornalisti per commentare i dati del voto degli iscritti al Pd e comunicare il programma delle presenza di Michele Emiliano lunedì 10 aprile a Potenza, ha colto l’occasione anche per parlare della vicenda petrolio.
Lacorazza a tal proposito ha parlato “di errori politici e di governo che sono stati consumati in questi anni. Noi ci troviamo – ha detto – ad un dato oggettivo di inquinamento della falda a Viggiano, con l’ansia di lavoratori che nei contratti di appalto non sanno se continueranno a lavorare, le imprese che in qualche modo partecipano alle gare con ribassi enormi. Abbiamo – ha continuato – un programma operativo Val d’Agri che non è stato rifinanziato come più volte ho sottolineato e abbiamo un bilancio della Regione non ancora approvato e dipendente dalle risorse delle royalties”.
“Mi chiedo – ha detto – perché nel settembre del 2014 si era detto che la Basilicata aveva vinto quattro a zero con l’articolo 38 dello Sblocca Italia? Se non avessimo fatto il referendum e ci fossimo trovati con quell’articolo 38 non saremmo stati tutti più deboli? Se avesse vinto il si al referendum sulla riforma costituzionale del 4 dicembre le Regioni e i territori senza poteri non avrebbero subito di più la forza di uno Stato centralista e la potenza delle compagnie petrolifere?”.
“Abbiamo avuto in questi anni il cambio di direttore dell’Arpab, strumenti di programmazione e di bilancio che non sono stati in linea con le norme. Credo pertanto – ha aggiunto Lacorazza – che ci siano state scelte sbagliate di governo e bisogna dire la verità ai lucani e assumersi le responsabilità per migliorare. L’ambientalismo sta nella cultura dei cittadini, è un dato culturale e oggettivo che non ha un partito di rappresentanza. Il tema non è ambientalisti contro industrialisti. Il tema è la sostenibilità, un concetto democratico oltre che ambientale, un punto oltre il quale non si può andare che deve essere il punto di equilibrio tra rischio e opportunità. Al momento – ha concluso – la vicenda petrolifera ci consegna più rischi che opportunità in termini di lavoro e soprattutto in termini di lavoro nel nostro territorio”.