Il presidente: “Si faccia il Piano delle Aree e lo si sottoponga ad un’intesa ‘forte’ per costruire percorsi di leale collaborazione tra Stato, Regioni e enti locali. Non c’è un centro che vuole bene all’Italia e una periferia che le vuole male”
“Nessuno mette in discussione, come Bessi sembra pensare, il fatto che l’energia sia un tema di rilevanza strategica per l’Italia, ma con lo Sblocca Italia si è resa evidente la scelta di soffocare qualsiasi protagonismo delle Regioni e delle autonomie locali. Il comma 1 dell’art. 38 della Legge Sblocca Italia prevede un Piano delle Aree per la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi. Lo si faccia e lo si sottoponga ad un’intesa ‘forte’ per costruire percorsi di leale collaborazione tra Stato, Regioni e enti locali. Questo è il cuore dei quesiti referendari proposti. Non c’è un centro che vuole bene all’Italia e una periferia che le vuole male”.
Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza, replica alle affermazioni del consigliere regionale dell’Emilia Romagna Gianni Bessi, che nei giorni scorsi gli aveva indirizzato una lettera aperta (pubblicata da “La Gazzetta del Mezzogiorno” il 18 settembre 2015 ) per contestare i quesiti referendari sostenuti da Lacorazza per l’abrogazione di alcune norme della legge sblocca Italia e del decreto sviluppo in materia di estrazioni petrolifere (leggi l’intervista http://www.ravennanotizie.it/articoli/2015/09/18/trivellazioni-bessi-pd-non-si-puo-dire-di-no-a-tutto.html).
Lacorazza risponde a sua volta con una lettera aperta, indirizzata ai media locali dell’Emilia Romagna e della Basilicata, nella quale esorta ad evitare “di alimentare il conflitto fra lavoro e ambiente, che a me sembra inutile e un po’ ‘italiano’ per le scorciatoie che si offrono forse più per dare messaggi che per risolvere i problemi. C’è il problema della sicurezza, e allora via con le ronde, c’è il problema dei rifiuti e gli inceneritori sono l’unica soluzione (non sono contrario a priori), c’è il tema dell’energia e allora attiviamo centrali e siti unici di scorie nucleari. Invece, per me, non di scorciatoie abbiamo bisogno, ma di affrontare veramente i problemi”.
“Questo Paese – aggiunge Lacorazza – ha bisogno di una politica industriale vera e di tutto ciò che ne favorisce un sostegno e un rafforzamento. Ma la politica industriale oggi è anche, se non soprattutto, sostenibilità ambientale e sociale. E gli strumenti di sostenibilità non possono essere solo in mano allo Stato, il sistema di governo del territorio deve vedere la partecipazione delle Regioni e delle autonomie locali”.