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Se c’è una buona sanità, una buona scuola, un buon trasporto pubblico, una efficiente macchina amministrativa (e si potrebbe continuare), si aiuta chi ha meno. Le liste di attesa nella sanità pubblica rappresentano, insieme alla qualità e ai costi delle prestazioni, il problema principale segnalato e vissuto dai cittadini. Ridurle è un obbligo, senza se e senza ma. Perché, appunto, il diritto ad un efficace servizio sanitario per tutti, a cominciare da chi ha meno, si gioca sulla capacità di intervenire tempestivamente. Nei mesi scorsi, dopo le iniziative dei sindacati, le prime risposte della politica, i tanti incontri al Dipartimento Salute e le norme inserite in alcune leggi regionali, qualcosa è sembrato muoversi in direzione della riduzione delle liste di attesa. Ma naturalmente non basta. Prolungare gli orari degli ambulatori (perché assicurino i servizi per 12 ore al giorno), almeno nei presidi ospedalieri principali per garantire lo svolgimento della specialistica ambulatoriale e degli esami diagnostici è il primo passo che la sanità lucana deve compiere per garantire ai cittadini la possibilità di ricevere risposte in tempi rapidi al proprio bisogno di salute. E’ vero, c’è anche il problema dell’“appropriatezza” delle prestazioni: bisogna fare appello alla responsabilità dei medici di base e alla capacità del servizio sanitario di programmare e intervenire per correggere eventuali storture. Ma ora, con le nuove norme, si possono fare le assunzioni. Spetta ai manager delle Aziende sanitarie utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla programmazione regionale per produrre risultati concreti, assumendo nuovi professionisti, riorganizzando i servizi ed ampliando gli orari di apertura al pubblico e di conseguenza il numero delle prestazioni erogate. La nuova sfida parte con gli atti aziendali recentemente approvati, che rappresentano la traduzione di queste scelte di programmazione. E poi, naturalmente, c’è da fare di più: investire sulla prevenzione e sulla qualità dei servizi sanitari. In questo può aiutare la neonata Fondazione che può aiutare a tessere relazioni e sostenere progetti nel campo della ricerca e della formazione. Le risorse finanziarie sono destinate a diminuire e quindi occorre indirizzarle meglio, anche attraverso un nuovo “Patto per la salute” con i cittadini e i territori della nostra regione, che individui in maniera condivisa (Regione, enti locali, utenti, mondo associativo, personale sanitario) gli obiettivi, anche in termini di razionalizzazione delle risorse e specializzazione delle varie strutture. Con la consapevolezza che i servizi sanitari possono e devono assumere il carattere di prossimità. Nei prossimi mesi, quindi, è necessario prestare la massima attenzione al tema della salute e della sanità, per costruire, proprio partendo dalla sanità. una Basilicata migliore.