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Con la nuova legge (che attendevamo da 35 anni) sostegno alla valorizzazione del patrimonio culturale

Alla fine di luglio in Consiglio regionale è stata approvata una nuova legge “in materia di patrimonio culturale, valorizzazione, gestione e fruizione dei beni materiali ed immateriali della Regione Basilicata” ( il testo nuova legge_patrimonio culturale, valorizzazione, gestione e fruizione dei beni materiali ed immateriali_Regione Basilicata ). Una legge attesa da molto tempo, considerato che la precedente disciplina della materia risaliva addirittura al 1980, cioè molto della riforma del Titolo V e dell’adozione del codice dei beni culturali e paesaggistici. In realtà sulla questione dei beni culturali la divisione di competenze fra Stato e Regioni non avviene per materia ma innanzitutto per funzioni, oltre che, naturalmente, in base alla proprietà dei beni. E questo offre alle Regioni un grande spazio di intervento, anche in prospettiva di una ridefinizione del Titolo V (attualmente al centro della riforma costituzionale).
La nuova legge sul patrimonio culturale ha l’obiettivo di assicurare il sostegno della Regione Basilicata per la conservazione, valorizzazione e pubblica fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale presente sul territorio, come fattori imprescindibili di crescita civile, sociale ed economica, anche al fine di garantire il diritto e l’accesso alla cultura da parte dell’intera comunità regionale. Grazie al contributo dei consiglieri regionali, che hanno arricchito la discussione sul testo proposto dal governo regionale, ed anche grazie alle iniziative promosse in questi mesi dal Consiglio regionale e dall’Ufficio di Presidenza per mettere la cultura al centro della politica regionale (beni archeologici, parchi letterari, fondazioni, la stessa rivista Appennino che offre un luogo particolare e significativo di confronto ad artisti e scrittori) si sta affermando una vera e propria strategia, che sarà alimentata con le risorse della programmazione comunitaria 2014/2020.

29 luglio 2015

Per il presidente del Consiglio regionale l’approvazione della nuova legge “in materia di valorizzazione, gestione e fruizione dei beni materiali e immateriali è un importante presupposto per orientare le politiche pubbliche”

L’approvazione della nuova legge “in materia di patrimonio culturale, valorizzazione, gestione e fruizione dei beni materiali e immateriali della Regione Basilicata è un importante presupposto per orientare le politiche pubbliche verso la conservazione, valorizzazione e pubblica fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale presente sul territorio, che sono fattori imprescindibili di crescita civile, sociale ed economica, anche al fine di garantire il diritto e l’accesso alla cultura da parte dell’intera comunità regionale”. E’ il commento del presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, a parere del quale “grazie al prezioso lavoro del Governo regionale che ha proposto il testo e di tutti i consiglieri regionali, che ne hanno arricchito la discussione, e anche grazie alle iniziative promosse in questi mesi dal Consiglio regionale e dall’Ufficio di Presidenza per mettere la cultura al centro della politica regionale (beni archeologici, parchi letterari, fondazioni, la stessa rivista Appennino che offre un luogo particolare e significativo di confronto ad artisti e scrittori) si sta affermando una vera e propria strategia, che sarà alimentata con le risorse della programmazione comunitaria 2014/2020. Una strategia che per diventare ancor più definita e foriera di risultati positivi ha bisogno del contributo di tutti noi. Forze della maggioranza e della minoranza unite in un unico progetto, per far sì che il patrimonio culturale della nostra regione non venga più vissuto come mero consumo ma come occasione di produzione, scambio e diffusione di conoscenze”.

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“La legge sul patrimonio culturale – afferma Lacorazza -  era attesa da molto tempo considerato che la precedente disciplina della materia risale addirittura al 1980 e da allora molte cose sono cambiate.  In realtà, sulla questione dei beni culturali la divisione di competenze fra Stato e Regioni non avviene per materia ma innanzitutto per funzioni, oltre che, naturalmente, in base alla proprietà dei beni. E questo offre alle Regioni un grande spazio di intervento, anche in prospettiva di una ridefinizione del Titolo V (attualmente al centro della riforma costituzionale)”.

A parere di Lacorazza “è significativo che questa legge sia stata approvata proprio mentre si è messa in moto la macchina organizzativa di Matera 2019. Più che un altro ‘vagone’ da attaccare alla ‘locomotiva Matera’, è una ‘stazione’ da cui partire per affermare l’idea che, come è scritto nell’articolato, ‘la Regione tutela e valorizza il paesaggio come parte omogenea di un territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni, salvaguardando i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili’. Questo significa affermare il principio di uso consapevole del territorio e di salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche, rappresentando il paesaggio, la componente etico-culturale riferita anche alla forma di territorio; significa tutelare e promuovere il paesaggio culturale, che come bene ambientale e bene culturale, rappresenta l’evoluzione della società umana che ha agito nel tempo sotto l’influenza dell’ambiente naturale circostante e rende conto della stratificazione di forze sociali economiche e culturali, sia esterne che interne al bene ed alla comunità di riferimento; significa promuovere reti coordinate e funzionali finalizzate alla tutela e alla fruizione corretta del paesaggio culturale (urbano, rurale, produttivo, patrimonio immateriale), come pure alla conservazione e valorizzazione delle identità culturali e produttive locali, attraverso enti pubblici e privati e, in particolare, attraverso i parchi letterari quali strumenti di promozione di turismo culturale legato strettamente al patrimonio immateriale e alla promozione di manifestazioni finalizzate alla valorizzazione della letteratura orale e scritta, delle cerimonie, delle tradizioni imprenditoriali, artigianali ed enogastronomiche”.

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“E’ quello che andiamo dicendo da qualche tempo – conclude Lacorazza – girando per la Basilicata e osservando di cosa vivono i parchi naturali e i parchi letterari, e quanto è forte il legame fra la ruralità e la valorizzazione dell’identità culturale della Basilicata. Oggi abbiamo uno strumento in più per agire in maniera coordinata, per promuovere il turismo sostenibile e strutturare una serie di attività che intorno a Matera 2019 possono portare a sistema attività culturali, gestione del patrimonio, figure professionali nuove. Cioè tutela dei beni attraverso lavoro e sviluppo”.

Con la nuova legge (che attendevamo da 35 anni) più forza al “paesaggio culturale” nella prospettiva di Matera 2019

In Consiglio regionale è stata approvata una nuova legge “in materia di patrimonio culturale, valorizzazione, gestione e fruizione dei beni materiali ed immateriali della Regione Basilicata”. Una legge attesa da molto tempo, considerato che la precedente disciplina della materia risaliva addirittura al 1980, cioè molto della riforma del Titolo V e dell’adozione del codice dei beni culturali e paesaggistici. In realtà sulla questione dei beni culturali la divisione di competenze fra Stato e Regioni non avviene per materia ma innanzitutto per funzioni, oltre che, naturalmente, in base alla proprietà dei beni. E questo offre alle Regioni un grande spazio di intervento, anche in prospettiva di una ridefinizione del Titolo V (attualmente al centro della riforma costituzionale).

La nuova legge sul patrimonio culturale ha l’obiettivo di assicurare il sostegno della Regione Basilicata per la conservazione, valorizzazione e pubblica fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale presente sul territorio, come fattori imprescindibili di crescita civile, sociale ed economica, anche al fine di garantire il diritto e l’accesso alla cultura da parte dell’intera comunità regionale. Grazie al contributo dei consiglieri regionali, che hanno arricchito la discussione sul testo proposto dal governo regionale, ed anche grazie alle iniziative promosse in questi mesi dal Consiglio regionale e dall’Ufficio di Presidenza per mettere la cultura al centro della politica regionale (beni archeologici, parchi letterari, fondazioni, la stessa rivista Appennino che offre un luogo particolare e significativo di confronto ad artisti e scrittori) si sta affermando una vera e propria strategia, che sarà alimentata con le risorse della programmazione comunitaria 2014/2020.

E’ significativo che questa legge sia stata approvata proprio mentre si è messa in moto la macchina organizzativa di Matera 2019. Più che un altro “vagone” da attaccare alla “locomotiva Matera”, è una “stazione” da cui partire per affermare l’idea che “la Regione tutela e valorizza il paesaggio come parte omogenea di un territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni, salvaguardando i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili”.

Questo significa affermare il principio di uso consapevole del territorio e di salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche, rappresentando il paesaggio, la componente etico – culturale riferita anche alla forma di territorio; significa tutelare e promuovere il paesaggio culturale, che come bene ambientale e bene culturale, rappresenta l’evoluzione della società umana che ha agito nel tempo sotto l’influenza dell’ambiente naturale circostante e rende conto della stratificazione di forze sociali economiche e culturali, sia esterne che interne al bene ed alla comunità di riferimento; significa promuovere reti coordinate e funzionali finalizzate alla tutela ed alla fruizione corretta del paesaggio culturale (urbano, rurale, produttivo, patrimonio immateriale), come pure alla conservazione e valorizzazione delle identità culturali e produttive locali, attraverso enti pubblici e privati ed in particolare attraverso i parchi letterari quali strumenti di promozione di turismo culturale legato strettamente al patrimonio immateriale. e alla promozione di manifestazioni finalizzate alla valorizzazione della letteratura orale e scritta, delle cerimonie, delle tradizioni imprenditoriali, artigianali ed enogastronomiche.

E’ quello che andiamo dicendo da qualche tempo, girando per la Basilicata ed osservando di cosa vivono i parchi naturali e i parchi letterari, e quanto e forte il legame fra la ruralità e la valorizzazione dell’identità culturale della Basilicata. Oggi abbiamo uno strumento in più per agire in maniera coordinata, per promuovere il turismo sostenibile e strutturare una serie di attività che intorno a Matera 2019  possono portare a sistema attività culturali, gestione del patrimonio, figure professionali nuove. Cioè tutela dei beni attraverso lavoro e sviluppo.