BANNER S3In questi giorni la Regione Basilicata ha lanciato una consultazione aperta sulla “specializzazione intelligente” (Smart Specialization Strategy, o più sinteticamente “S3”) la strategia che secondo l’Unione europea ogni Regione deve adottare come precondizione per poter ricevere i fondi Fesr, e in particolare quelli da destinare a ricerca e innovazione.

 S3 non è un adempimento formale, ma l’opportunità di verificare la coerenza, l’incisività, l’efficacia dei prossimi Programmi Operativi, attraverso una riflessione condivisa con gli attori del territorio che conduca ad una visione comune e ad una logica integrata e lungimirante, in grado di rendere le dinamiche di ricerca e innovazione concretamente disponibili al territorio, in modo che l’accesso e l’utilizzo dei risultati della ricerca favoriscano effettivamente la costruzione e il mantenimento di un valore aggiunto competitivo del sistema socio-economico regionale.

 Questo significa che l’Ue chiede alle Regioni (giustamente) di collegare il sistema della ricerca al sistema produttivo e sociale del territorio, perché l’innovazione tecnologica divenga realmente innovazione sociale. E significa anche individuare poche priorità (principio di concentrazione) legate alle vocazioni del territorio per evitare la frammentazione degli interventi e concentrare invece le strategie di innovazione verso gli ambiti produttivi e tecnologici di eccellenza, quelli cioè in grado di competere nel contesto globale.

 Il principio di “concentrazione” non deve essere inteso in termini restrittivi: l’obiettivo non è individuare nicchie tecnologiche ma delineare orizzonti, tracciare traiettorie che consentano all’innovazione di sprigionare la loro capacità di innovazione sociale con una strategia chiara, credibile e con scelte precise, che magari, proprio perché continuamente sottoposte a verifica, possono cambiare nel tempo.

 Per vincere questa sfida servono un coinvolgimento dei soggetti a vario titolo interessati a queste politiche (i cosiddetti stakeholders), un buon sistema di monitoraggio e un solido modello di governance.

 Il concetto di innovazione non va circoscritto ad un ambito prettamente tecnologico, innovazione è anche quella “sociale”, di tipo organizzativo, di mercato (anche nell’ottica delle possibili sinergie tra i vari fondi comunitari, quelli nazionali e quelli regionali).

Con questo ed altri post vorrei entrare nel merito del documento della Regione che è alla base di questa iniziativa, con l’obiettivo di sollecitare l’attenzione e la più ampia partecipazione alla procedura di consultazione pubblica che si sta apprendo.

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