21092014_matera_intervento LacorazzaIl presidente del Consiglio regionale alla manifestazione per il settantunesimo anniversario dell’eccidio di Matera: “Dignità della persona, rispetto, convivenza civile sono i valori che siamo chiamati a difendere diventando testimoni della memoria”

“La memoria alimenta la cultura, irrobustisce un senso di marcia di una comunità verso il futuro; essere capitale, guida e riferimento significa che i valori che costituiscono una identità, uno scrigno da preservare possano essere conosciuti e contaminare tutti coloro che ne entreranno in contatto. Per il 2019, e per sempre”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza, nel corso della manifestazione per il settantunesimo anniversario dell’eccidio del 21 settembre 1943.

“La celebrazione del 21 settembre si intreccia quest’anno con una serie di anniversari importanti, che impongono a noi tutti, alle istituzioni in primo luogo, ma credo anche al mondo politico, alle associazioni, a tutti i cittadini, una riflessione più generale sui temi della pace, della sicurezza e della cooperazione fra i popoli”, ha detto il presidente ricordando che fra pochi mesi ricorre il centesimo anniversario della prima guerra mondiale e, il 27 gennaio 2015, il settantesimo anniversario dell’entrata dell’esercito russo nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau.

“La dignità della persona, il rispetto, la convivenza civile sono i valori che noi tutti siamo chiamati a difendere e a coltivare diventando testimoni della memoria: per questo – ha aggiunto Lacorazza – abbiamo deciso di sostenere e promuovere i viaggi educativi degli studenti lucani nei luoghi dove avvennero le deportazioni. Allo stesso tempo abbiamo il dovere di alimentare la memoria e di promuovere fra i giovani la conoscenza dei fatti storici che segnarono in quel periodo la Basilicata, a partire da ciò che accadde a Matera il 21 settembre 1943 e qualche giorno dopo a Rionero in Vulture. Un mondo migliore si costruisce anche così, con la consapevolezza del percorso arduo e difficile che le generazioni precedenti hanno fatto per costruire la nostra democrazia”.

 

Saluto del presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza

Signor Sindaco, Signor Vice Ministro , Signor Prefetto, Eccellenza Monsignor Ligorio, parlamentari, colleghi consiglieri, autorità civili, militari e religiose, ANPI, Associazioni Combattentistiche e d’Arma, cittadine e cittadini di Matera,

la celebrazione del 21 settembre si intreccia quest’anno con una serie di anniversari importanti, che impongono a noi tutti, alle istituzioni in primo luogo, ma credo anche al mondo politico, alle associazioni, a tutti i cittadini, una riflessione più generale sui temi della pace, della sicurezza e della cooperazione fra i popoli.

Sono questi i valori fondanti della nostra democrazia, e mentre viviamo un momento di forte incertezza per le vicende ed i conflitti che stanno interessando diverse aree del mondo, dal Medio Oriente all’Est europeo, vicende che hanno significato e significano purtroppo la perdita di molte vite e tragedie umanitarie come quelle di Siria e Palestina, tornano alla mente, appunto, le grandi tragedie del ‘900, che abbiamo il dovere di ricordare perché non si ripetano.

L’imminente anniversario dei cento anni della prima guerra mondiale (e non dimentichiamo che siamo in piazza Vittorio Veneto), e i settant’anni dall’entrata dell’esercito russo nei campi di sterminio di Auschwitz Birkenau, che ricorrono il 27 gennaio del 2015, ci riportano al dovere della memoria.

Un dovere che in questa Città avete imparato ad onorare da molto tempo, suscitando e facendo crescere intorno alle vicende del 21 settembre anche la ricerca storica che deve continuare e progredire ulteriormente. Ci sono e ci saranno diverse opinioni e interpretazioni, la cosa importante è che si confrontino senza pregiudizi. Così nasce e si rafforza l’identità della nostra comunità.

Sapere chi furono i protagonisti di quelle vicende, come pure sapere chi furono i protagonisti della grande guerra del ’15-’18 che partirono da Matera e dalla Basilicata, e come vengono tramandate le loro storie, a volte custodite esclusivamente nei ricordi familiari, e che invece meritano di essere raccontate, è un compito importante che dobbiamo riscoprire e onorare fino in fondo.

Per questo, come Consiglio regionale, abbiamo pensato quest’anno di organizzare, nell’ambito di un Progetto di cittadinanza attiva rivolto alle scuole lucane, un percorso formativo ed un concorso sulla memoria delle grandi tragedie che hanno segnato il ‘900, per promuovere fra i giovani lo studio delle vicende storiche del passato, per rendere omaggio a chi ha sofferto, per non dimenticare. Solo così sarà possibile, anche nei momenti difficili, affermare quei valori di rispetto della dignità delle persone e della convivenza di culture diverse che sono indispensabili oggi.

I vincitori di questo concorso avranno la possibilità di visitare i campi di concentramento, di sterminio, di Birkenau Auschwitz, un’esperienza che, da Presidente della Provincia, io stesso ho voluto fare nel 2011, 2012 e 2013 insieme agli studenti e che è stata una delle esperienze formative e umane più importanti della mia vita. Conoscere i luoghi della deportazione e dello sterminio del popolo ebraico e ascoltare le testimonianze di chi ha vissuto quella terribile esperienza significa acquisire la doverosa consapevolezza storica dell’Olocausto.

La dignità della persona, il rispetto, la convivenza civile sono i valori che noi tutti siamo chiamati a difendere e a coltivare diventando testimoni della memoria: per questo abbiamo deciso di sostenere e promuovere i viaggi educativi degli studenti lucani nei luoghi dove avvennero le deportazioni.

Allo stesso tempo abbiamo il dovere di alimentare la memoria e di promuovere fra i giovani la conoscenza dei fatti storici che segnarono in quel periodo la Basilicata, a partire da ciò che accadde a Matera il 21 settembre 1943 e qualche giorno dopo a Rionero in Vulture.
Un mondo migliore si costruisce anche così, con la consapevolezza del percorso arduo e difficile che le generazioni precedenti hanno fatto per costruire la nostra democrazia.
La memoria alimenta la cultura, irrobustisce un senso di marcia di una comunità verso il futuro; essere capitale, guida e riferimento significa che i valori che costituiscono una identità, uno scrigno da preservare possano essere conosciuti e contaminare tutti coloro che ne entreranno in contatto.

Per il 2019, e per sempre.