Per dare più qualità al nostro servizio sanitario può essere utile maggiore autonomia per la Basilicata attivando il comma 3 dell’art. 116 della Costituzione?      Possono essere gestiti alcuni vincoli di spesa per gestire al meglio la sanità lucana?

Partiamo da tre presupposti:

  1. art. 119 della Costituzione, i conti del bilancio devono essere in ordine;
  2. art. 117 della Costituzione, la ‘tutela della salute’ è materia concorrente per la quale si può chiedere attraverso il comma 3 dell’art. 116 maggiore autonomia;
  3. non si tratta di ragionare su sistemi sanitaria regionalizzati.

Vorrei ricordare che il problema del personale è una degli elementi di grande sofferenza della nostra sanità anche a seguito dell’entrata in vigore della norma che regola i tempi di lavoro e di non lavoro dei medici; è stata una delle motivazioni utilizzate per il riordino delle azienda sanitaria (L.R. 2/2017) che non ho condiviso.

Mi spiego meglio. Il giusto rispetto della norma che regola per i medici le ore di risposo ha limitato formalmente la disponibilità del personale, sommando riduzione di fatto di contingenti non sempre a pieno regime anche per effetto della legge 104 e di limitazioni all’impiego.

Si aggiunge a questa situazione anche il naturale pensionamento che assume caratteristiche molto preoccupanti come evidenziato nei giorni scorsi dai medici di medicina generale.

In questo contesto non è attivabile neanche il turn over pieno poichè vi è un obbligo di legge che impone di ridurre la spesa del personale dell’1,4% al 2020 rispetto alla spesa del 2004.

Un’operazione complessa se si vuole dare qualità al servizio sanitario anche perché nel 2004 non vi è stata un piena contabilizzazione del servizio ‘emergenza urgenza 118′ e gli investimenti sull’IRCSS CROB sono successi all’anno considerato.

Nonostante qualche recente modifica normativa al 2020 non si potrà assumere personale per circa 13,5 ml di euro; pur avendo la disponibilità delle risorse avremo oltre 300 unità in meno tra medici, infermieri e O.S.S..

Ogni tentativo di modificare questo obbligo nazionale è fallito.

Propongo la strada del comma 3 dell’art. 116 della Costituzione: maggiore autonomia per la Basilicata può significare rendere più flessibile la capacità di gestione di alcuni capitoli si spesa non prevedendo vincoli specifici sulle singole macro voci.

Nel tetto della quota assegnata del Fondo Sanitario Nazionale o negli ambiti di ‘standard ed esiti’ posso avere più autonomia per ridurre sprechi e fare più investimenti?

Questa possibilità/opportunità significa che, nel rispetto dei vincoli complessivi di finanza pubblica e dei livelli essenziali di assistenza (LEA), è necessario avere una visione chiara da riversare in un vero piano regionale della salute.

E su questo non ci siamo sia nei tempi (il termine è scaduto il 31 dicembre 2017) che nel merito (molti rinvii e poche scelte).

Inoltre continua a permanere il problema dei medici sul territorio, in particolare nelle aree disagiate, com’è risultato evidente sulla questione della continuità assistenziale.

Insomma metto a disposizione una traccia di lavoro nella consapevolezza che è necessario approfondire, confrontarsi e aprire un dibattito vero se davvero si vuole accettare la sfida del cambiamento di una sanità che elevi la qualità delle prestazioni e abbatta le liste di attesa. 28661361_1705572039481229_6621999745411842048_n