vigilanzarai

16 febbraio 2016

Il presidente del Consiglio regionale chiede l’intervento di Cardani e Fico e ripropone la necessità dell’election day

“Come certamente saprete il Governo ha previsto di tenere la consultazione referendaria il 17 aprile 2016, cioè fra 60 giorni a partire da oggi. In attesa della decisione che il presidente della Repubblica assumerà a riguardo, mi permetto di sollecitare una vostra riflessione con riferimento alle procedure e al percorso concertativo che l’Autorità garante delle comunicazioni e la Commissione parlamentare di vigilanza Rai, ognuna per le proprie competenze, sono chiamate a mettere in atto per garantire ai cittadini di essere informati sui quesiti oggetto del referendum abrogativo ed ai soggetti promotori del referendum, come pure agli eventuali comitati per il no, di far conoscere le proprie ragioni”.

Con una lettera indirizzata al presidente dell’Agcom, Marcello Cardani, e al presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Roberto Fico, il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza sollecita l’intervento di questi organismi sulla questione della data del referendum. “È del tutto evidente – afferma – che in un tempo così ristretto come quello previsto dal Governo sarà molto difficile consentire lo svolgimento della campagna referendaria per almeno 45 giorni, così come prevede la normativa vigente. Tempo al quale occorre aggiungere quello necessario per l’espletamento di tutte le procedure di vostra competenza, che mi pare difficile possano essere completate in 15 giorni. Per questo motivo vi chiedo di far sentire la vostra voce, intervenendo presso il Governo perché riveda la propria posizione, consentendo lo svolgimento del referendum in una data meno ravvicinata e compatibile con l’espletamento di tutte le procedure, comprese quelle relative alla programmazione dei messaggi autogestiti e degli spazi nelle tribune elettorali e nei programmi di informazione e di intrattenimento”.

“Per quanto ci riguarda – aggiunge ancora il presidente del Consiglio regionale – come Assemblee legislative abbiamo chiesto che il referendum venga accorpato con le elezioni amministrative, per consentire un risparmio di circa 300 milioni di euro e per evitare di stressare il corpo elettorale, già alle prese con due turni elettorali per il rinnovo dei Consigli comunali di molte città italiane e, se la Consulta dovesse fra qualche giorno dichiarare ammissibili i conflitti di attribuzione proposti da sei Assemblee legislative regionali riguardo ad altri due quesiti referendari (relativi al piano delle aree e al doppio regime dei titoli concessori per le compagnie petrolifere) con la probabile indizione di una ulteriore tornata referendaria da svolgersi entro la primavera del 2016”.

“A questi motivi – conclude Lacorazza – si aggiunge il fatto che l’election day, già previsto nel 2009 e quindi tecnicamente possibile, permetterebbe di promuovere meglio la partecipazione consapevole dei cittadini a questo importante istituto di democrazia diretta”.