14012014 - POTENZA - CONSIGLIO REGIONALE X LEGISLATURA. Piero Lacorazza, presidente del consiglio regionale. TONY VECE.

Duecento emendamenti e una trentina di ordini del giorno. Dagli appassionati della diretta streaming la riunione fiume del Consiglio regionale sulla manovra finanziaria (in tutto sei giorni per la discussione generale, l’esame degli emendamenti e le votazioni dei tre disegni di legge) sarà ricordata per questi numeri, oltre che per qualche discussione accesa e per il piccolo incidente di percorso capitato giovedì, quando le minoranze, approfittando (legittimamente) della temporanea assenza dall’aula di tre consiglieri della maggioranza, hanno fatto mancare il numero legale. Poco male, nelle maratone consiliari bisogna imparare anche da questi episodi. Ma per cosa sarà ricordata questa manovra finanziaria? Quali sono le misure che incideranno direttamente sulla vita dei cittadini? Con questa rubrica cercherò rispondere a queste domande, evidenziando alcune cose che ritengo importanti. Fatemi sapere che ne pensate.

 

Come evitare di perdere tempo e far partire subito i programmi comunitari 2014/2020

Quest’anno la manovra finanziaria coincide con l’avvio del nuovo periodo di programmazione comunitaria. Il che è un bene dal punto di vista della programmazione, perché è il momento giusto (con la sessione comunitaria del 13 maggio prossimo) per fare un bilancio del precedente programma e decidere la strategia del prossimo, che credo si possa riassumere in poche parole: pochi obiettivi qualificanti per la realizzazione di infrastrutture fondamentali e per la promozione dello sviluppo sostenibile. Ma il periodo iniziale è anche quello in cui si svolgono procedure complicate e lunghe (in questo l’Europa dovrebbe migliorare), che non si concluderanno prima della fine dell’anno. Per questo nella legge di stabilità c’è una misura importantissima: in pratica la Regione anticiperà il 3 per cento dell’ammontare dell’intero programma (cioè 26 milioni di euro) da spendere subito per programmi coerenti con le disposizioni comunitarie. Cioè innanzitutto sviluppo ed innovazione, riqualificazione edilizia e cultura. Bisogna adesso che la Giunta regionale predisponga gli atti conseguenti e programmi interventi che non appesantiscano ulteriormente i vincoli del patto di stabilità.
Con una disposizione della finanziaria che ritengo molto interessante, si prevede inoltre il sostegno per iniziative di coworking, per trasformare cioè alcuni spazi inutilizzati in luoghi dove i giovani possano condividere spazi e servizi per svolgere attività lavorative diverse. E se destinassimo al coworking anche uno spazio presente nei palazzi degli uffici regionali?

 

Quando si dice “diritti di cittadinanza”. Facciamo funzionare il fondo. 

E’ stata già ribattezzata “norma salva Potenza”. Perché la dotazione iniziale del ‘Fondo per la coesione territoriale e i diritti di cittadinanza’ istituito con la legge di stabilità sarà in gran parte destinata ad aiutare il capoluogo, attraverso un contributo di emergenza per le indubbie funzioni sovracomunali che svolge a servizio dell’intera comunità regionale. Certo, é stato sottolineato da più parti, non solo Potenza svolge questa funzione. E infatti è necessario mettere mano ad una programmazione strategica ed organica, che guardi agli enti locali come istituzioni erogatrici di servizi per rendere effettivi ed esigibili i principali diritti di cittadinanza: istruzione, mobilità e salute. Un fondo, o più precisamente un programma plurifondo, per la coesione territoriale e i diritti di cittadinanza. E non è un caso che sia così. Perché oggi c’è l’emergenza del capoluogo, ma domani ci saranno gli altri Comuni, e innanzitutto quelli delle aree interne. Il tema non é dare soldi ai Comuni ma trasferirli in base a criteri e parametri che assicurino diritti a tutti i cittadini lucani. C’è di più.

Il riferimento è al documento “Un’agenda per la politica di coesione” di Fabrizio Barca, che ha fissato le linee di indirizzo per questi interventi. In poche parole: fondi per assicurare a tutti i cittadini i servizi fondamentali in materia di salute, trasporti e diritto allo studio. Si parte naturalmente dalle città e dalle realtà delle aree interne, dove ci sono maggiori difficoltà.

 

Dimensione sociale della manovra finanziaria

La Basilicata è l’unica Regione italiana ad aver stanziato con la legge di stabilità 4,5 milioni di euro per il Copes fino al 31 luglio e 6 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali.
Sono misure ‘tampone’ di risposta alla crisi e all’emergenza; sono un ‘ponte sociale’ ma, almeno questa é la mia opinione, servirebbe una profonda revisione degli strumenti di welfare regionale. Abbiamo la necessità di non lasciare indietro i lavoratori espulsi dai processi produttivi e di non lasciare soli coloro che vivono condizioni di povertà o quasi.

Entro 90 giorni dall’approvazione della manovra finanziaria il governo regionale dovrà inoltre proporre due disegni di legge per dare continuità agli interventi di protezione sociale: il primo servirà ad affrontare in maniera sistematica i problemi della povertà e del sostegno alle politiche attive del lavoro;il secondo, molto innovativo, sarà finalizzato al sostegno delle organizzazioni di volontariato che operano sul territorio regionale nel campo della raccolta alimentare – banco alimentare.

Inoltre, si torna a finanziare per tre anni (altrimenti è impossibile programmare gli interventi e svolgere tutte le procedure) i piani sociali di zona, attraverso i quali i Comuni gestiscono gli interventi per anziani, disabili e minori disagiati.

Con queste misure c’è una risposta immediata ai problemi della povertà e dell’esclusione sociale, insieme all’impegno di programmare le politiche sociali in una visione più ampia. Va anche detto che mentre i finanziamenti dello Stato per le politiche sociali dal 2005 al 2011 si sono ridotti da 6 a 2 milioni di euro, quelli della Regione, nello stesso periodo sono passati da 3,7 a 17,5 milioni di euro. Con i tempi che corrono, non è poco. Ma dobbiamo fare di più, nessuno deve rimanere solo.

 

Irpef e Irap per finanziare (in parte) la lotta all’esclusione sociale. 

Sono misure sulle quali si è molto discusso e sulle quali sento la necessità di offrire il mio punto di vista.

Aumento dello 0,50 dell’Irpef per i redditi fra i 55 mila e i 75 mila euro (ma l’aumento non si applica alle famiglie con due figli a carico); aumento dell’1,10 per cento dell’Irpef per i redditi superiori a 75 mila euro; aumento dell’Irap (dal 3,9 si passa al 4,9 per cento) per le imprese che si occupano di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica e di estrazione e trasporto di petrolio greggio e di gas naturale e servizi connessi. Per la prima volta con una manovra finanziaria la Regione utilizza la leva della tassazione.
È condivisibile il principio per il quale deve pagare di più chi ha di più.
È condivisibile la scelta politica di finalizzare le maggiori entrate al finanziamento di interventi sociali.

Ci sono alcune considerazioni che vorrei trasferirvi per avere elementi comuni di valutazione sulle misure approvate.

L’aumento dell’IRPEF nella fascia di reddito tra i 55 e i 75 mila euro potrebbe valere meno di un milione di euro. In realtà si toglie al consumo una quota che, se finalizzata al COPES (assegno di cittadinanza), ritorna al consumo.
L’aumento dell’IRPEF per i redditi superiori a 75 mila euro potrebbe valere circa 3 ml di euro. Anche in questo caso se l’importo é finalizzato al COPES (il programma di proroga vale circa 4,6 ml di euro) oltre all’effetto di un contrasto ‘temporaneo’ alle povertà, si incentivano consumi.
Infine l’aumento dell’IRAP ai ‘petrolieri’, in particolare, potrebbe valere meno di un milione di euro. In realtà questo aumento dovrebbe compensare la modifica all’aumento dell’IRPEF che in prima battuta era previsto nella fascia di reddito 55/75 mila euro anche alle famiglie con tre figli a carico. Con l’approvazione definitiva della misura l’aumento non si applica a coloro che hanno tre o più figli a carico.

É importante riportare le cifre per consegnare a tutti il senso e il ‘valore’ delle scelte e degli impatti finanziari.

 

Fondo di rotazione per l’energia, migliorare l’efficienza energetica degli edifici per vivere meglio e risparmiare. Green economy

Da ‘scuole ecologiche in scuole sicure’ a ‘case ecologiche in case sicure’.

Con la legge di stabilità viene istituito per la prima volta un Fondo di rotazione per l’energia, 1 milione di euro a cui si potranno aggiungere ulteriori fondi risorse.
Soldi che si possono spendere subito per l’efficienza energetica delle nostre case, e che saranno assegnati prioritariamente a chi ha più bisogno.
Ho più volte sottolineato, anche in campagna elettorale, che la positiva misura del 65% per le ristrutturazioni e lo stesso ‘conto termico’ incidono molto di più su redditi medi e medio alti. Questo fondo, sperimentale, per il quale la Giunta entro fine giugno deve emanare un avviso pubblico, può essere una ulteriore leva finanziaria per favorire investimenti nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.
Ho già sottolineato la scelta fatta nella legge finanziaria di anticipare circa 26 ml di euro del programma comunitario 2014/2020 per evitare che le prime risorse del programma vengano impiegate nel secondo semestre del 2015. Tempi troppo lunghi per la crisi.
Giusta l’anticipazione, quindi, ma anche la scelta dei settori in cui investire: tra questi il patrimonio edilizio esistente.
Per me che in questi anni ho creduto e realizzato progetti concreti nel campo della green economy, come ‘scuola ecologica in scuola sicura’, investire in ‘case ecologiche in case sicure’ é una bella sfida. Adesso spero che la Giunta dia velocemente seguito a queste scelte. Io non farò mancare idee e determinazione.

 

Incentivi per l’occupazione

Inizialmente il fondo previsto dalla legge di stabilità sarà di 5 milioni di euro, ma potrà essere incrementato con le risorse comunitarie (l’occupazione è uno degli obbiettivi fondamentali delle politiche Ue): le imprese che assumeranno nuovi lavoratori o che trasformeranno i contratti atipici in contratti a tempo indeterminato riceveranno un contributo di 10 mila euro per ogni assunzione (e per due anni).
Il contributo potrà aumentare fino a 15 mila euro per l’assunzione dei lavoratori svantaggiati. Naturalmente sarà un provvedimento della Giunta a definire le modalità operative. Con i fondi stanziati dalla legge di stabilità sarà possibile finanziare anche le imprese che avevano fatto domanda per il credito d’imposta nel 2012 (avviso pubblico sugli “Incentivi fiscali per l’assunzione di lavoratori svantaggiati in Basilicata”). E poi c’è il fondo rotativo per le imprese con una dotazione finanziaria di 7,5 milioni di euro.

Sono misure che per alcuni versi ricalcano alcune politiche presenti sul piano nazionale, altre, come avrete letto, riguardano lo scorrimento delle graduatorie di avvisi precedenti e serviranno per dare un po’ di fiato alle imprese nel rapporto con il credito.
Anche in questo caso siamo a misure dettate dall’emergenza, la crisi che morde imprese e lavoratori. Ovviamente il tema che abbiamo di fronte ha un’altra complessità: in parte deve essere affrontato in Europa, in parte nel nostro Paese.
C’è bisogno di politiche a sostegno della crescita, del welfare, del consumo e dell’impresa.
Mi verrebbe da dire che ad un impresa si da il bonus per l’occupazione ma poi la Pubblica Amministrazione paga a 10/12 mesi se va bene. Si sostiene parte del rischio per l’indebitamento delle imprese e molti lavori pubblici sono fermi per il patto di stabilità.
Insomma serve un’Europa che faccia la sua parte, il Governo nazionale la sua e noi in regione sapere che i provvedimenti per l’emergenza hanno senso a condizione che sia da ponte verso una strategia di medio e di lungo periodo per la quale investire le risorse pubbliche. Mi rendo conto che non é semplice ma dobbiamo avere un occhio all’emergenza e un altro alla prospettiva.

 

Cultura, ma forse sarebbe meglio dire “Culture”

La legge di stabilità non poteva affrontare un problema generale di impostazione strategica delle politiche culturali, che va risolto al più presto in altra sede (abbiamo una legge, la n. 22 del 1988, che va assolutamente riscritta e adeguata alla realtà di oggi). Ma prevede comunque una serie di interventi importanti. Matera 2019, anzi, come giustamente abbiamo scritto, “Matera – Basilicata 2019” è il punto di riferimento di questa fase, intorno al quale si delinea la strategia culturale di lungo periodo della Basilicata. Una strategia “che fa leva sulla creatività per attrarre e valorizzare nuovi talenti ed investimenti, per realizzare un nuovo modello di cittadinanza europeo fondato sulla coproduzione e condivisione di pratiche artistiche, nonché per rafforzare il posizionamento istituzionale della Basilicata nel settore dell’innovazione tecnologica e sociale, nel settore turistico e nella filiera creative”, come è nella legge di stabilità. Ma è importante anche l’istituzione della music commission per valorizzare il sistema musicale coinvolgendo finalmente tutte le componenti artistiche, professionali, imprenditoriali ed istituzionali che concorrono alla produzione, distribuzione e promozione musicale del territorio. La Regione, inoltre, contribuirà alle spese di gestione della sezione distaccata di Matera della Scuola di Alta Formazione e Studio dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro.

Ci sono poi due ordini del giorno collegati alla manovra finanziaria che ritengo particolarmente importanti. Con il primo la Regione si impegna a sostenere l’attività di arte contemporanea attiva da oltre dieci anni a Montemurro su iniziativa di Giuseppe Antonello Leone, che ha realizzato un autentico museo d’arte pubblica con circa 40 opere installate nel centro abitato, fondando un’associazione che promuove e tutela la tecnica del graffito polistrato, ed ogni anno promuove una summer school per gli allievi che intendono apprendere la tecnica e realizzare graffiti; con il secondo si prevede l’istituzione di un “tavolo di condivisione” per sostenere, anche con adeguati strumenti legislativi, l’attività di fondazioni e parchi letterari. Partiamo dalla consapevolezza che ogni singola realtà, da sola è troppo piccola per poter reggere la sfida della competizione e la realtà lucana deve guardare in maniera organica al prodotto culturale che la rete di parchi e fondazioni esprime, sostenendo adeguatamente tanto la produzione quanto la promozione degli eventi. Da un modello basato sulla passione dei singoli occorre passare alla costruzione di una industria culturale e della creatività. Mettere in rete questo sistema è possibile e va fatto presto.