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 13 marzo 2018

Per il consigliere regionale del Pd: “chiedere più autonomia significa accettare la sfida dell’efficienza e della qualità, trasformare una visione in un modello istituzionale ed amministrativo”

“Se un impresa deve attendere anni per avere un’autorizzazione per un investimento il modello non funziona ed è necessario cambiarlo. Da tempo, non ora, agli annunci su Open data ho accompagnato qualche proposta e suggerimento provando ad insistere sulla necessità di un cambiamento di approccio di governo e di modello organizzativo”.

A sottolinearlo il consigliere regionale del Pd, Piero Lacorazza, che continua: “l’Open data non è un cavo da stendere ma una visione, un modo di governare e adeguare macchine organizzative e gestione del personale”.

“Se addirittura un’impresa ha la necessità di un’autorizzazione ambientale corre il rischio di rinunciare agli investimenti per l’incertezza dei tempi e ondivaghe procedure. Anche in queste caso avevo insistito – dice Lacorazza – sul potenziamento del personale, anche attraverso la presentazione di un emendamento, durante la discussione in Consiglio regionale del piano triennale Arpab. Per la tutela ambientale – aggiunge -abbiamo fatto tutto per il meglio e siamo in condizioni di poter chiedere più autonomia avviando l’iter del comma 3 dell’art. 116 della Costituzione? Non è andato tutto per il meglio. Possiamo chiedere più autonomia nel senso di un rinnovato patto tra Stato centrale e territorio per la tutela ambientale che rafforzi e dia qualità alle istituzioni di prossimità preposte al controllo in un quadro normativo ed amministrativo più avanzato e stringente? Sebbene la tutela ambientale sia di competenza esclusiva statale (art. 117 Costituzione) la Regione potrebbe, nel quadro di una auspicata stringente disciplina per la cura di aria, acqua e suolo, rafforzare modelli di programmazione regionali più integrati con enti ed istituzioni anche statali. Esempio. Siamo in condizione di reggere una sfida che si annuncia sempre più complessa con l’attuale organizzazione delle nostre istituzioni? Funziona la programmazione e la gestione amministrativa tra Comuni, Province, Regione, Arpab, Aziende sanitarie, etc…? Queste domande possono trovare una risposta in un rinnovato patto tra Stato e Regione Basilicata?”.

“E’ necessario – sottolinea Lacorazza – approfondire e ragionarci con molta attenzione in una regione che non solo dispone di risorse impattanti come il petrolio e da preservare come l’acqua ma, nel tutelare l’ambiente, si deve dare risposte in tempi certi e celeri alle tante imprese che richiedono, nel rispetto della legge, le autorizzazioni ambientali. Chiedere più autonomia – conclude – significa accettare la sfida dell’efficienza e della qualità, trasformare una visione in un modello istituzionale ed amministrativo”.

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